Roma, buste paga errate, via ai rimborsi: valanga di ricorsi contro il Comune

Roma, buste paga errate, via ai rimborsi: valanga di ricorsi contro il Comune
di Michela Allegri e Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 29 Marzo 2017, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 08:00

Per il momento il rimborso riguarda meno di 500 dipendenti comunali. Ma a Palazzo Senatorio è attesa una pioggia di ricorsi, tanto che altri 900 lavoratori capitolini sono pronti ad ingaggiare la battaglia legale contro l'amministrazione comunale. Ieri, per la prima volta, nei cedolini di 451 dipendenti comunali assunti dopo il 31 dicembre del 2000 non compare più la famigerata trattenuta tfr illegittima, circa 35 euro al mese, che il Campidoglio avrebbe continuato a incassare per anni pur non avendone diritto. L'amministrazione ha eseguito le prime cinque sentenze con cui il giudice del Lavoro, lo scorso anno, ha disposto non solo l'illegittimità della trattenuta in questione, ma anche e soprattutto il risarcimento nei confronti dei lavoratori. Il mese scorso, altri 492 impiegati hanno vinto in tribunale. Sono tutti quanti assistiti dall'avvocato Giuseppe Pio Torcicollo, che ha ottenuto il pignoramento dei conti correnti del Campidoglio, in attesa dei risarcimenti.
Al momento il debito del Comune è di circa 3 milioni di euro. Ma potrebbe essere solo la punta dell'iceberg. I dipendenti che si sono visti decurtare per anni la somma dallo stipendio, infatti, sono circa novemila. E le buste paga di chi non ha presentato ricorso sono ancora appesantite dalla trattenuta illegittima. Se tutti quanti decidessero di rivolgersi al giudice, e se vincessero la causa in massa, il debito del Campidoglio aumenterebbe a dismisura. «Per i circa 9mila dipendenti assunti dopo il 31 dicembre 2000, ci saranno ora due categorie differenziate - spiega l'avvocato Torcicollo - quelli che hanno fatto ricorso e non vedranno più decurtato il loro stipendio, e i rimanenti 8mila che, non avendo fatto causa o avendola persa, continueranno a subire un trattamento illegittimo».
Altri 900 ricorsi verranno depositati nei prossimi giorni dalla Cisl. «Per evitare una lunga battaglia in tribunale - spiega Giancarlo Cosentino, segretario della Fp-Cisl di Roma - speriamo che l'amministrazione decida di conciliare, per estendere a tutti i lavoratori un principio ormai riconosciuto dal giudice del lavoro».

LE SENTENZE
La vittoria in Tribunale di 451 ricorrenti risale allo scorso anno. In 5 sentenze diverse, i giudici hanno accertato che nelle buste paga era presente una decurtazione irregolare, pari al 2% della retribuzione e collocata nella sezione delle trattenute a carico del lavoratore. Era stata prevista dall'Accordo Nazionale Quadro del 1999, per pareggiare lo stipendio dei dipendenti pubblici assunti dopo il 31 dicembre del 2000 in regime di trattamento di fine rapporto (Tfr), con quello di chi era stato precedentemente ingaggiato in regime di trattamento di fine servizio (Tfs). Nell'ottobre 2012, il governo Monti fece transitare i lavoratori ancora soggetti al Tfs nel Tfr, con decorrenza dal gennaio 2011. Nel calcolo dei contributi, però, i protagonisti del passaggio sarebbero rimasti soggetti alla trattenuta, senza mantenere un vantaggio goduto in precedenza, cioè una buonuscita maggiore. Ecco perché la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma e il Comune di Roma è stato sommerso da richieste di rimborso, che in 943 casi sono state accolte. «Se il Comune avesse provveduto già un anno fa, avrei evitato di intraprendere i pignoramenti, per effetto dei quali con i soldi dei cittadini verranno pagati i debiti giudiziari con notevole ritardo e con importi aumentati a causa della negligenza dell'amministrazione», conclude l'avvocato Torcicollo.