Allarme sui conti di Roma, il governo ​convoca Raggi

(Foto di Mino Ippoliti)
di Andrea Bassi
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Sabato 28 Ottobre 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 10:14

Il dossier è arrivato sul tavolo di Paolo Gentiloni. L’allarme sui conti di Roma torna a squillare e, a breve, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paola De Micheli, che ha ricevuto le deleghe sulla Capitale, potrebbe convocare non solo i tecnici del Campidoglio per provare a capire qual è il vero stato di salute del bilancio capitolino, ma anche la sindaca di Roma Virginia Raggi per un confronto politico. A far alzare il livello di guardia al governo, è stata un’ennesima lettera inviata pochi giorni fa dal Ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco, alla sindaca, alla Corte dei Conti, ai revisori del bilancio capitolino, oltre che alla stessa presidenza del Consiglio e al ministero degli interni. Al centro delle preoccupazioni della Ragioneria, c’è sempre il piano di rientro dal deficit di Roma e la restituzione dei 340 milioni dei premi erogati a pioggia, illegittimamente, ai dipendenti del Comune. 

LA RICOSTRUZIONE
Il Campidoglio, quando alla guida c’era Ignazio Marino, si era impegnato in un piano triennale di tagli alla spesa da 440 milioni per riequilibrare un buco strutturale dei conti di Roma da 550 milioni. I restanti 110 milioni, a fronte di questi tagli, si era impegnato a versarli ogni anno il governo. Questo versamentoè stato sempre condizionato al fatto che Palazzo Chigi e Tesoro potessero verificare ogni anno, in un tavolo congiunto con il Comune, l’effettivo rispetto del piano di tagli alla spesa. 

E qui sorge il primo problema. Da quando alla guida di Roma c’è Virginia Raggi, il tavolo non si è più riunito e, dunque, i risparmi effettivamente conseguiti nel 2016 non sono stati ancora “validati”. Il Comune, con una procedura non prevista dalle norme, ha effettuato una sorta di “autocertificazione” dei risparmi, inviando alla Ragioneria dello Stato una delibera approvata dalla giunta, e sostenendo di aver fatto anche più del dovuto in termini di risparmi: 638 milioni, 200 in più di quanto previsto dal piano di rientro. Con questi soldi, e qui arriva il secondo problema, il Campidoglio ritiene di poter anche coprire il “buco” del vecchio salario accessorio, i premi a pioggia erogati illegittimamente ai dipendenti. Non solo. Se secondo la Ragioneria la somma da restituire è di 340 milioni, per il Campidoglio, i milioni da coprire sarebbero “solo” 78. Questo “auto-sconto”, deriverebbe dal fatto che Roma Capitale si considera un nuovo ente rispetto al vecchio Comune di Roma, e con più funzioni. Insomma, la tesi è che le somme del fondo per il salario accessorio devono essere maggiori di quelle del vecchio Comune e, dunque, la cifra da restituire minore. 

IL DOCUMENTO
A sostegno di questa tesi ci sarebbe un parere dell’avvocatura dello Stato. Parere però, che il Ragioniere generale dello Stato sta chiedendo invano da mesi di avere in copia. Non solo. Sempre secondo lo stesso Ragioniere, comunque sia, i risparmi del piano di rientro dal deficit, non possono essere usati due volte: la prima per rimettere a posto i conti di Roma e la seconda per restituire i soldi del salario accessorio. Il rischio sarebbe di far tornare a crescere il deficit della Capitale. 

Proprio questa situazione di stallo e di mancanza di dialogo, avrebbe convinto il sottosegretario De Micheli a scrivere al premier Gentiloni per convocare urgentemente il tavolo interistituzionale su Roma. Anche perché si rischia una rivolta degli altri Comuni italiani che hanno dovuto imporre sacrifici ai dipendenti per recuperare i fondi del salario accessorio erogato illegittimamente negli anni scorsi. 

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