Roma, gestione del debito e caso Atac: tutte le spine del nuovo governo

Roma, gestione del debito e caso Atac: tutte le spine del nuovo governo
di Fabio Rossi
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Giovedì 7 Luglio 2016, 07:55

Oggi la presentazione della giunta, con il contorno dell'elezione dell'ufficio di presidenza dell'assemblea capitolina. Martedì prossimo le linee programmatiche, e la composizione delle commissioni consiliari. Dopodiché per Virginia Raggi e la sua squadra di governo arriverà il difficile, ossia imprimere un segno di svolta all'amministrazione comunale. E all'orizzonte non ci sono le vacanze estive, ma una serie di urgenze improcrastinabili da affrontare già nelle prime settimane di lavoro a Palazzo Senatorio, dai contratti di servizio delle municipalizzate agli immobili entrati nello scandalo degli affitti facili a partiti, associazioni e furbetti vari.

LE DELIBERE
Il primo provvedimento annunciato, in campagna elettorale, dalla nuova inquilina del Campidoglio, è l'audit sul debito, che la Raggi vuole mettere in campo anche in vista di un'eventuale ridiscussione di quello pregresso. Il monitoraggio, dai risultati imprevedibili, potrebbe pesare non poco sulla prossima manovra di assestamento, in programma in autunno, che sarà la prima prova contabile dei Cinque stelle in Campidoglio, soprattutto sul fronte delle tariffe dei servizi pubblici a chiamata individuale, come gli asili nido. Da una delibera annunciata a un'altra obbligata: entro fine luglio va rinnovato il contratto di servizio con Roma Multiservizi, che riguarda 2.800 lavoratori - collaboratori scolastici degli asili nido e delle altre scuole comunali - che rischiano il posto di lavoro. «Durante la campagna elettorale il M5s e Virginia Raggi hanno promesso ai lavoratori della Multiservizi l'assunzione in Ama», ricorda Alessandro Onorato (Lista Marchini), chiamando la nuova giunta alla prova dei fatti.
 
LE AZIENDE
Sul fronte delle municipalizzate c'è da intervenire sul piano industriale dell'Atac, mettendo in campo scelte difficili. Ma anche sul piano di rientro, dove ancora c'è tanto da fare proprio al capitolo delle partecipate, che devono essere sfoltite. E non si tratta di un dettaglio: il piano è legato al decreto Salva Roma, e il mancato adempimento porterebbe tra l'altro all'interruzione del finanziamento annuo di 110 milioni che lo stato garantisce per gli extra costi della Capitale. Quindi si dovrà discutere della delibera 140, approvata dall'amministrazione di Ignazio Marino, sul riordino degli immobili e delle proprietà del Campidoglio. Il provvedimento riguarda 860 immobili del patrimonio indisponibile in concessione, che attualmente vengono utilizzati per numerose finalità, anche di carattere commerciale o abitativo e non solo per lo svolgimento di iniziative e servizi di interesse pubblico.