Ostia, controlli incrociati e commissioni a tempo: il decalogo anti-corrotti

Ostia, controlli incrociati e commissioni a tempo: il decalogo anti-corrotti
di Fabio Rossi
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Domenica 17 Dicembre 2017, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 09:43
Controlli incrociati delle pratiche tra uffici e funzionari diversi, rotazione continua tra i presidenti delle commissioni aggiudicatrici degli appalti, che devono essere sempre essere composte da un numero dispari di componenti per rendere più difficili inserimenti esterni nella valutazione delle offerte. A Ostia il giro di vite anti corruzione - partito durante il commissariamento per infiltrazioni mafiose, sotto la guida del prefetto Domenico Vulpiani - sarà adesso ulteriormente rafforzato, con il ritorno della normale gestione politica del X Municipio, per evitare che il virus del malaffare torni a varcare le porte del governo locale del litorale romano e del suo entroterra.
LE VERIFICHE
L'attuale direzione del Municipio ha messo gradualmente in campo una serie di misure di contrasto alla corruzione, che adesso dovrebbero marciare a pieno regime. A partire dalle verifiche incrociate tra i vari uffici: la regola generale è non far mai fare nulla a una sola persona, ma sottoporre ogni atto a una serie di controlli da parte di dirigenti e funzionari diversi. Una che da un parte rispetta le singole competenze e dall'altra permette a più occhi di controllare i vari passaggi dell'iter di ogni documento o pratica che passi per le stanze dell'ente territoriale.
GLI ORGANISMI
Cambiano anche i criteri per la composizione degli organi che si occupano di esaminare le gare d'appalto e aggiudicarle. In primis il presidente di ogni commissione non fa parte dell'ufficio che si occupa del relativo settore: la commissione che valuta un appalto che riguarda la manutenzione stradale, per esempio, non sarà guidata da un dirigente che si occupa abitualmente di lavori pubblici. «Per evitare commistioni tra chi prepara un bando e chi dovrà poi sceglie l'offerta migliore», spiegano dal Municipio. Inoltre, come recentemente precisato dall'Autorità nazionale anticorruzione, questi organi devono essere formati da un numero dispari di componenti, per distribuire correttamente le responsabilità ed evitare che, in caso di parità, vi sia un voto decisivo (di solito quello del presidente) che superi gli altri come valore assoluto.
GLI AVVICENDAMENTI
Non sono previste, invece, altre rotazioni di dirigenti decise dal Campidoglio. Dopo la bufera dell'inchiesta sul Mondo di mezzo l'avvicendamento ai vertici di Municipi e dipartimenti era già stato varato prima dall'ex assessore alla legalità Alfonso Sabella, poi dal commissario straordinario del Campidoglio, Francesco Paolo Tronca e, pochi mesi fa, dallo stesso Vulpiani. L'ultimo piano aveva riguardato in particolare i funzionari esposti e da anni a lavoro in settori molto delicati come l'urbanistica e i servizi sociali.
 
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