Rifiuti a Roma, il ministro dell'ambiente Galletti: «L'emergenza si ferma solo con idee credibili»

Rifiuti a Roma, il ministro dell'ambiente Galletti: «L'emergenza si ferma solo con idee credibili»
di Mario Ajello
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Venerdì 12 Agosto 2016, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 16:25

Ministro Galletti, nessuno vuole i rifiuti di Roma. Lei come giudica questi niet?
«Credo che nei momenti di emergenza la solidarietà tra le regioni ci debba assolutamente essere. Occorre far scattare un federalismo solidale sul trasferimento dell'immondizia. E' inaccettabile che non ci sia il concorso di tutti, per evitare che l'Italia vada sui media del mondo con l'immagine della sua capitale sommersa dai rifiuti. Il Colosseo come una discarica è una cosa che non voglio vedere e che nessuno può tollerare, né chi a Roma ci vive né chi guarda Roma da fuori».

Ma visto che la solidarietà nazionale non scatta, il ministero dell'Ambiente non può obbligare le regioni e le città a farsi temporaneamente carico dei rifiuti romani?
«Quello che potevamo fare lo abbiamo già fatto con l'articolo 35 dello Sblocca Italia. Nella prima versione di questa legge, mi ero assunto io come ministero la responsabilità di decidere quanta immondizia andava in una regione e quanta in un'altra nei casi di emergenza. La conferenza Stato-Regioni ha voluto riportare invece a un accordo tra le regioni il trasferimento dei rifiuti. Ora si accordino, invece di litigare. Essere una nazione è questo: aiutarsi reciprocamente. Ma a questo va aggiunto un particolare molto importante».

E cioé?
«I comuni e le regioni a cui va dato aiuto devono avere a loro volta, però, piani credibili per uscire dall'emergenza. Sennò, si fa sempre più fatica a difenderli. Perché in Italia esistono regioni che si sono assunte le loro responsabilità e hanno chiuso il ciclo dei rifiuti anche attraverso scelte impopolari, come la costruzione di termovalorizzatori, e non è giusto che questi luoghi paghino per chi queste responsabilità non se le vuole assumere».

Lei sa qualcosa del Piano rifiuti che la sindaca Raggi ha detto di voler presentare entro dicembre?
«Non ne so niente. Da settimane continuo a ripetere che le mie porte sono aperte e che sono pronto ad ogni tipo di collaborazione. Ho avuto positivi contatti istituzionali con il presidente del Lazio, Zingaretti, il quale mi ha assicurato che sta lavorando con i comuni per un piano di chiusura del ciclo dei rifiuti. Dal Campidoglio, invece, ho ricevuto soltanto offese tramite i giornali. Le mie porte comunque restano aperte per la Raggi e per la sua giunta e non accetto che si facciano speculazioni politiche sulla pelle dei romani e del Paese».
 
Sta dicendo che le regioni governate del Pd possono non volere i rifiuti romani in quanto al Campidoglio comandano i grillini?

«Sto dicendo che i rifiuti non devono avere colore politico. E in questa materia non deve valere nessuna logica di amico-nemico. Se una regione è del Pd, è assurdo che non accolga i rifiuti romani. Così come se una città, come Torino, è dei 5 stelle, è assurdo che non voglia i rifiuti della Sicilia governata dal centro-sinistra versione Crocetta. Alla Raggi però dico: basta con lo scaricabarile. Un amministratore serio ci mette la faccia. Indica la strada per la soluzione del problema e non passa il tempo a dare la colpa a chi c'era prima. Questo lo fa chi non ha idee».
Non potrebbe scattare la solidarietà tra sindache grilline e i rifiuti di Roma li prende la Appendino a Torino?
«Questa sicuramente è un'ipotesi percorribile, ma che io non voglio prendere in considerazione. Perché è come se accettassi, e ne abbiamo appena parlato, che l'immondizia abbia un colore politico».

Quindi neanche nella Parma di Pizzarotti i rifiuti di Roma?
«Vale lo stesso discorso che per Torino».

Zingaretti e Raggi sostengono che il Lazio può assorbire tutto con gli impianti che già ha. Lo crede anche lei?
«Io sono il padre dell'articolo 35 dello Sblocca Italia. Nel caso del Lazio, si è preso atto che portando la raccolta differenziata al 65 per cento e riducendo i rifiuti del 10 per cento, restano ancora non smaltite 210.000 tonnellate di rifiuti che non si sa dove mettere. Noi con l'articolo 35 abbiamo previsto di termovalorizzare questa massa di immondizia. A questo punto, se ci sono soluzioni alternative, ben vengano: io non sono un amante ideologico dei termovalorizzatori. Però, che sia chiara una cosa e lo dico al Campidoglio: non permetterò che i rifiuti restino in mezzo alla strada e che, come accade oggi, il 33 per cento dei rifiuti romani finiscano in discarica».

Il sistema delle discariche è obsoleto e da superare?
«Dal punto di vista ambientale, le discariche sono la peggiore soluzione possibile. In più, la Ue ci dice che il massimo che possiamo portare in discarica è il 10 per cento, e c'è una discussione per abbassare al 5 questa quota. Quando sento che si vogliono fare nuove discariche o rimettere in funzione quelle in disuso, come Malagrotta, mi vengono i brividi e qualche sospetto».

Sospetto? A proposito di Cerroni e Muraro, il Supremo delle discariche e l'assessora romana?
«Sulla Muraro voglio dire una sola cosa. Mi ha colpito la minaccia di portare un dossier segreto alla magistratura. Se è a conoscenza di vicende che possono interessare i giudici, vada subito a portare le carte. Non minacci di portarle. Questa mi sa tanto di vecchia politica».