IL DOSSIER
I fatti sono stati ricostruiti anche nel Movimento: il 28 gennaio Roberta Lombardi viene convocata in procura, deve rispondere come teste su un’altra inchiesta, che riguarda i Cinquestelle e il presunto dossier, preparato ad arte a dicembre 2015, per favorire la Raggi e fare fuori dalla corsa alla poltrona di sindaco Marcello De Vito, attuale presidente dell’assemblea capitolina. La Lombardi sostiene che a prepararlo sia stato Marra e indica anche le sue fonti. «L’ho saputo da Alessandro Canali», un altro grillino della prima ora, adesso consulente del gruppo alla Regione. Ma i pm chiedono anche altro alla senatrice pentastellata: se sia a conoscenza delle polizze vita che Salvatore Romeo ha acceso indicando come beneficiaria Virginia Raggi e altri del Movimento. Vogliono sapere se si tratti di uno strumento di finanziamento, sospettano che quei soldi possano avere avuto un peso nel risultato elettorale. La stessa domanda viene posta nei giorni successivi a Canali e De Vito che, convocati in procura, smentiscono di avere mai confidato alla Lombardi il nome di Marra come autore del presunto dossier. Nessuno tra i grillini avrebbe confermato di essere a conoscenza delle polizze sottoscritte da Romeo e nessuno di loro, attenti a non violare il segreto istruttorio, avverte la sindaca o i vertici del Movimento della bomba che sta per esplodere. La notizia, invece, comincia a circolare in alcune redazioni.
LA RESA DEI CONTI
Il 2 febbraio la Raggi si presenta davanti ai pm, preparata per replicare alle contestazioni di abuso d’ufficio e falso che la procura le contesta in relazione alla nomina di Renato Marra a numero uno del Dipartimento Turismo. La doccia fredda arriva a metà interrogatorio: le vengono mostrate le due polizze delle quali risulta beneficiaria. Ad accenderle è stato Salvatore Romeo cinque mesi prima di essere promosso e triplicare la sua busta paga grazie a una delibera firmata proprio dalla Raggi. Di quei 33mila euro la sindaca non sa nulla, «sono sconvolta», dirà molte ore dopo , alla fine dl confronto con i magistrati. Accade di più, perché mentre l’interrogatorio è in corso, la notizia va in rete, sui siti de “L’Espresso” e de “Il fatto quotidiano” con alcuni dettagli sulle polizze che solo la fronda Cinquestelle, avversaria alla Raggi - oltre a Romeo, che giura di non essersi confidato neppure con la diretta interessata - conosceva. Roberta Lombardi smentisce di avere dato la notizia e annuncia querele.
L’INTERROGATORIO
Se martedì Raffaele Marra decidesse di rispondere potrebbe essere un giorno decisivo per la posizione di Virginia Raggi. L’ex uomo ombra del sindaco, scaricato nel corso dell’interrogatorio, potrebbe confermare come il primo cittadino fosse perfettamente a conoscenza del fatto che la promozione di suo fratello Renato, a capo del Turismo, comportasse un aumento di 20mila euro in busta paga: era stato lui stesso a mandarle i riferimenti legislativi. E, del resto, la delibera, firmata dalla Raggi indica il passaggio di fascia di Renato Marra. Intanto la difesa della Raggi prepara una memoria e ha annunciato ai pm di volere presentare anche alcuni documenti. Circostanza che di certo allungherà i tempi dell’inchiesta.
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