Calo delle nascite e caro-rette: fuga dagli asili nido pubblici. Nuovo bando per i posti vacanti

Calo delle nascite e caro-rette: fuga dagli asili nido pubblici. Nuovo bando per i posti vacanti
di Fabio Rossi
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Lunedì 19 Febbraio 2018, 09:02
Il calo demografico (e l'aumento delle rette) sta riducendo costantemente il numero di domande per gli asili nido nella Capitale, quelli che ospitano i bimbi da 0 a 3 anni di età. E a farne le spese saranno le strutture private convenzionate con il Campidoglio - che attualmente ospitano circa settemila bambini - destinate a dover sopportare quasi completamente il calo delle iscrizioni. Entro la metà di marzo sarà pubblicato il bando per l'anno educativo 2018/19 che, a quanto si apprende, contemplerà l'obbligo di indicare nella domanda due strutture comunali come prima e seconda scelta, rilegando l'eventuale asilo convenzionato al terzo posto.

LA SCELTA
La decisione di Palazzo Senatorio prende atto della riduzione delle richieste d'iscrizione registrata negli ultimi quattro anni del 21 per cento. Un fenomeno che quest'anno ha costretto il Comune, per la seconda volta consecutiva, a pubblicare un secondo bando ad anno educativo in corso per assegnare i posti vacanti. L'epoca delle liste d'attesa chilometriche, insomma, sembra essere un ricordo: e non per un incremento di posti disponibili, quanto per il minor numero di famiglie che si rivolgono a questo servizio comunale. Oggi sono circa 16 mila le richieste d'iscrizione annue, compresi i bambini che confermano il posto già ottenuto nell'anno educativo precedente.

LE CAUSE
Parte di questa contrazione deriva dalla diminuzione delle nascite - benché a Roma ci siano circa 71 mila bambini con un'età compresa tra 0 e 3 anni, contro meno di 21 mila posti disponibili (convenzionati compresi) - ma anche dall'aumento delle tariffe che, dal 2012 a oggi, nella Capitale sono aumentate in media del 47 per cento. Fattori, questi, che hanno portato, nell'anno 2016/17, a lasciare vuoti più di duemila posti nei nidi a diretta gestione del Campidoglio. L'amministrazione capitolina ha quindi deciso di privilegiare le strutture comunali, che hanno a disposizione quasi 14 mila posti, lasciando in pratica ai convenzionati solo i bimbi che superano la capienza dei nidi direttamente gestiti da Palazzo Senatorio. «Spiace constatare che la sindaca Raggi non abbia promosso e valorizzato il sistema integrato pubblico-privato convenzionato, unico in Italia ed in Europa per qualità e vastità - commenta Maria Teresa Bellucci (Fratelli d'Italia) - Il bando varato dall'amministrazione grillina, invece, mortifica e svilisce il pregevole lavoro svolto in tanti anni dai nidi accreditati e convenzionati».

LA POLEMICA
Sul piede di guerra sono, ovviamente, gli asili nido convenzionati, ma anche diverse famiglie. Soprattutto quelle residenti nei quartieri più periferici della città, che in molti casi saranno costrette a scegliere strutture più distanti da casa. Meno problemi avranno le famiglie più abbienti: l'incremento delle tariffe per i redditi medio-alti ha reso le rette dei nidi pubblici molto simili a quelle dei privati classici, senza convenzione con il Comune. A rischio ci sono però anche diversi posti di lavoro: sono duemila le educatrici che lavorano per i privati in convenzione. Ma il calo demografico rende indispensabili delle scelte, anche dolorose, per non lasciare posti pubblici inutilizzati
 
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