Roma, dossier choc in giunta: «Voragini, frane e crolli: rischi in aumento»

Roma, dossier choc in giunta: «Voragini, frane e crolli: rischi in aumento»
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 4 Agosto 2018, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 09:24

«Qui non vedo buche», diceva Beppe Grillo poche settimane fa andando in giro per Roma. Eppure i crateri che squarciano l'asfalto da Nord a Sud della Capitale mettono in allarme la giunta di Virginia Raggi. «L'apertura di voragini sulla superficie urbanizzata», si legge in una memoria approvata dall'esecutivo comunale due settimane fa, rappresenta «un grave rischio per la pubblica incolumità».

Colpa di «un elevato numero di cavità sotterranee» di cui purtroppo «si ha ancora una conoscenza parziale», ammette la giunta pentastellata, e che possono «causare lo sprofondamento del suolo», esponendo a un serio pericolo residenti e cittadini di passaggio. La crisi di oggi è frutto di anni di lassismo e incuria, va detto, un mix rovinoso che ora fa registrare un «incremento dei livelli di rischio per la città», annota il Campidoglio, pronto a prendere provvedimenti rafforzando i controlli e lavorando spalla a spalla con i tecnici dell'Autorità di Bacino.

Proprio l'Authority, ad aprile, aveva sfornato un rapporto dove venivano segnalate 28 zone a rischio, soprattutto nel quadrante settentrionale della città; un'allerta che interessava complessivamente un territorio di 1.135 ettari in cui vivono e lavorano 250mila persone, «un'esposizione che risulta la più elevata d'Europa», hanno messo in guardia gli esperti.

IN SICUREZZA
L'altra minaccia riguarda le frane, soprattutto a ridosso del Tevere e dell'Aniene, ma anche nei paraggi di quel reticolo di fiumiciattoli e rivi che si protende per quasi 700 chilometri.

Nel documento votato dalla giunta si parla di «circa 380 siti» pericolosi, o meglio «aree interessate da eventi franosi o evidenziate come potenzialmente franose». Ecco perché ora l'amministrazione comunale ha deciso di «avviare un rinnovato percorso di controllo e governance del rischio idrogeologico del territorio», chiedendo ai vari dipartimenti, dall'Urbanistica ai Lavori pubblici, di lavorare in sinergia per fare fronte all'«insufficienza strutturale» del territorio e all'ingente «quantità di risorse necessarie» per la messa in sicurezza dei luoghi a rischio.

Con l'Autorità di Bacino dovrebbe essere stipulato un protocollo d'intesa a stretto giro di posta, tocca capire a quali interventi dare priorità nei prossimi mesi, in base al livello di pericolo, sia sul versante dei crolli a ridosso dei fiumi, sia per evitare che il terreno piombi giù con questa frequenza. È fondamentale, per la giunta, «una mappatura del livello di attenzione, di pericolosità e di rischio delle aree soggette a fenomeni franosi e a sprofondamento per le cavità», solo così si potranno valutare «le misure più opportune» da mettere in campo il prima possibile.

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