RIETI - «Non avevamo molti amici, generalmente stavano tra loro. Essendo molto numerosi preferivano stare in famiglia, con i loro ritmi e le loro esigenze, un po’ isolati dal resto del paese». Le voci degli abitanti di Torano di Borgorose descrivono la famiglia Colle come un nucleo affiatato ma anche un po’ diffidente verso il mondo esterno che non condivideva le stesse esigenze o lo stesso modo di vivere.
Incluso, probabilmente, anche quello della produzione casalinga e abusiva di “botti” pirotecnici, un introito che a quanto si vocifera serviva a dare una cospicua mano nella quotidianità di tante bocche da sfamare e nessun lavoro certo. «Si ingegnavano, magari tagliavano l’erba d’estate o i boschi nella stagione autunnale e in inverno, ma il padre aveva perso il lavoro e l’unico che lavorava in maniera costante, al mattatoio locale, era Domenico», dice una vicina.
La sciagura. Domenico, uno dei sette fratelli Colle, è stato anch’egli vittima di un tragico e mortale accadimento. Nel 2017 rimase coinvolto in un grave incidente di motocross, durante la festa di Candelecchia a Trasacco, in provincia dell’Aquila, il paese della fidanzata. Rimase paralizzato in un letto, assistito da tutta la famiglia, prima di morire nel settembre 2019, a soli 27 anni e dopo due anni di sofferenza, per le gravissime lesioni riportate.
Il sindaco Calisse. «Una famiglia che era già stata molto segnata e che sta vivendo una tragedia enorme», spiega il sindaco Mariano Calisse, portavoce del dolore di tutti. «Ovviamente, l’amministrazione comunale si è attivata attraverso i Servizi sociali per dare una concreta vicinanza alla famiglia in questo momento. Gli staremo vicini adesso e naturalmente lo faremo anche dopo, per superare quando accaduto ci vorrà molto, molto tempo. Ora preghiamo per Claudio e aspettiamo le autopsie per l’ultimo saluto ad Anna e Franco, giorno in cui sarà indetto il lutto cittadino».
Una parte della famiglia viveva nel complesso delle case popolari di Torano, superando con forza le tante problematiche quotidiane: «Era gente che affrontava le difficoltà - dice il primo cittadino - e con orgoglio cercava di andare avanti.
Il parroco. Il parroco don Mario fa la spola tra casa e chiesa, per supportare quanti rimangono della famiglia Colle, sgomenti e piegati dal dolore. «Si cerca come si può di dare un qualche conforto a una madre distrutta, che ha visto cancellata metà della sua famiglia in un colpo solo», dice il sacerdote. «I parrocchiani sono sconvolti, cercano di essere d’aiuto, ma certamente non si può fare altro che pregare per Claudio, il fratello di 23 anni che resiste forse perché ha una tempra più forte, ma certamente versa in condizioni difficilissime, molto difficili».
L’inferno. Chi passava per via Don Lorenzo Felli, nel pomeriggio di venerdì scorso, racconta di scene impressionanti. Del piccolo Andrea colpito di striscio da una vetrata che corre fino al paese per prendere l’acqua, di fumo e fuliggine, di grida e corpi devastati dallo scoppio. Si era pensato ad una bombola di gas, inizialmente, tanto che qualcuno ha avuto paura ad avvicinarsi, finché Mario, un abitante del posto, è entrato nel fabbricato, apocalisse di fiamme e fumo, per tirare fuori Anna, completamente avvolta dalle fiamme. Un gesto di coraggio che purtroppo non è servito.