Salaria, il dilemma quotidiano dei pendolari: il vecchio e pericoloso tracciato o il nuovo con perdite di tempo?

La Salaria
di Emanuele Laurenzi
3 Minuti di Lettura
Sabato 4 Novembre 2023, 00:10

RIETI - Restare in coda perdendo tempo prezioso, ma senza azzardare o deviare su una strada scorrevole, ma meno sicura? Non sarà proprio una roulette russa, ma è una scelta che coinvolge anche i livelli di sicurezza e che nessuno dovrebbe mai essere costretto a prendere.
Un bivio a cui si trovano in questi giorni i pendolari reatini che percorrono la Salaria.

I lavori spuntati all’improvviso al bivio di Toffia, così come quelli a Borgo Quinzio di lunedì e martedì hanno messo tutti di fronte a un bivio. «Sono passato per la vecchia Salaria, entrando a Osteria Nuova e uscendo a Borgo Santa Maria», spiega un dirigente di banca che lavora a Passo Corese. «Sono rimasto in coda sulla Salaria nuova. La vecchia è troppo stretta», gli fa eco Giuseppe Gizzi, storico pendolare reatino.

Sicurezza e rapidità. Quale sia la soluzione migliore è difficile dirlo, certo è che si tratta di un vero e proprio terno al lotto. «Sono vittima dei lavori sulla Salaria da settimane - osserva il dirigente. - La prima volta ho perso importanti appuntamenti per la bitumatura all’alberata di Fonte Cottorella.

Lunedì ho impiegato un’ora e mezza a fare il percorso che, di norma, faccio in 45 minuti. Giovedì mattina ho scelto la via alternativa: è andata bene, c’era poco traffico. Certo, la strada è stretta e va fatta con attenzione. L’ho percorsa solo all’andata, mentre al ritorno, visto che era notte ed è poco illuminata, sono passato per la Salaria nuova. Meglio un po’ di coda, ma più sicurezza». La situazione si è ripetuta ieri.

«La Salaria vecchia la prendo in considerazione solo in casi estremi - dichiara Gizzi - è stretta e meno sicura, per questo ho preferito fare la coda al bivio di Toffia. Ieri mattina i tempi di attesa erano minori, con meno movimento per Roma. Al ritorno ho trovato il senso unico alternato con il semaforo e attese di circa 10 minuti, nonostante nessuno stesse lavorando. È inaccettabile ma il vero problema è un altro: è assurdo fare i lavori di giorno e durante ponti o giorni feriali. Certi interventi andrebbero fatti di notte».

E invece arrivano di giorno e a sorpresa, senza comunicazioni preventive. Alla faccia di chi perde appuntamenti, ore di lavoro, di vita con la famiglia e si trova costretto a scegliere tra stare sicuro, ma arrivare in ritardo, o rischiare per arrivare puntuale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA