La Diocesi di Rieti resta nella guida del vescovo Pompili

Il vescovo Pompili
di Raffaella Di Claudio
3 Minuti di Lettura
Martedì 4 Ottobre 2022, 00:10

RIETI - Il legame tra Rieti e monsignor Domenico Pompili, oggi vescovo di Verona, non si spezza. Non per i prossimi mesi nei quali sarà amministratore apostolico della diocesi. Il decreto di nomina è stato conferito attraverso una lettera sottoscritta dal cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, e dall’arcivescovo Ilson de Jesus Montanari, segretario della Congregazione per i vescovi, e fa data dal primo ottobre, giorno in cui Pompili ha preso possesso della cattedra di San Zeno, a Verona. L’incarico non ha una scadenza, ma guardando esperienze analoghe, oscilla tra gli 8 e i 12 mesi. Fu così anche per lo stesso vescovo Domenico quando fu nominato amministratore apostolico della diocesi di Ascoli Piceno, dove restò in carica circa un anno. 
La decisione della Santa Sede, citata come quella tra le più plausibili già ieri da Il Messaggero, si muove nella direzione della continuità. Sia imminente, con l’opportunità di proseguire attività già in corso, sia futura, costruendo, in questi mesi, l’arrivo di un vescovo che possa proseguire sul solco tracciato da don Domenico. Nel presente, tale nomina si traduce anche negli aspetti più pratici di lasciare inalterato il programma della Valle del Primo Presepe e le attività che la diocesi aveva messo in campo sotto la guida di Pompili. Numerosi appuntamenti organizzati in mesi di lavoro intenso che vedranno uno dei punti massimi nelle celebrazioni di Natale a Rieti e Greccio, alle quali oggi non sembra assurdo neanche immaginare la presenza del vescovo di Verona. Come a suggellare quel legame con il Francescanesimo che è stato la chiave della sua presenza a Rieti e dal 15 settembre è reso ancora più forte dall’incarico conferito dalla Conferenza episcopale italiana (Cei), a interlocutore della Chiesa italiana con il coordinamento ecclesiale tra le diverse famiglie francescane e le diocesi di Rieti, Arezzo e Assisi per l’organizzazione delle celebrazioni e degli eventi in occasione della ricorrenza dell’ottavo centenario francescano. Secondo il diritto canonico, dal primo ottobre, a Rieti cessano gli uffici del vicario generale e dei vicari episcopali, nonché la funzione dei Consigli presbiterale e pastorale. L’amministratore apostolico può però confermare, in forma delegata, il vicario generale e i vicari episcopali, fino alla presa di possesso della diocesi da parte del nuovo vescovo, mentre le funzioni dei consigli sono svolte dal Collegio dei consultori. Tecnicamente, dunque, la diocesi reatina, resta sede vacante ma chi la guida, seppur in via provvisoria e a distanza, ha radici profonde nel suo territorio. E non è aspetto di poco conto. 
Certo, da un lato, le migliaia di chilometri che separano Verona da Rieti forse oggi impensieriscono ecclesiastici e fedeli, consci di quanto sia imponente l’impegno assunto dal vescovo Domenico sulle rive dell’Adige, dove c’è una diocesi dieci volte più estesa di quella locale di cui dover prendersi cura. 
Dall’altro, però, quel filo che la città non era pronta a spezzare, resta teso e diventa una bussola per orientarsi nei mesi che verranno fino all’arrivo di un nuovo pastore che, all’indomani di questa nomina, viene facile immaginare più vicino, in obiettivi e modus operandi a Pompili. Che sia all’altezza - come hanno ripetuto più volte i rappresentanti delle istituzioni e i fedeli - di chi l’ha preceduto. Perché nessuno era preparato a questo distacco: né le istituzioni né i fedeli accorsi in massa a Verona per accompagnare don Domenico con la speranza che il cammino iniziato a Rieti non venisse interrotto. E, in fondo, per i prossimi mesi, seppur in maniera diversa, così sarà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA