Rieti, Chiarinelli rassicura:
«L'Università andrà avanti,
è una risorsa»

Sabina Universitas
di Alessandra Lancia
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Sabato 14 Ottobre 2017, 08:16 - Ultimo aggiornamento: 12:21
RIETI - Sabina Universitas, il presidente Maurizio Chiarinelli rompe il silenzio, rassicura studenti e dipendenti del consorzio sulla «continuità» - «comunque vada, le Università ci garantiscono che la struttura andrà avanti» - e sprona i soci a investire ancora sul polo reatino: «Abbiamo davanti prospettive interessantissime e soprattutto sostenibili. A parole tutti dicono che l'università è importante per la città: richiamo tutti alla coerenza tra parole e fatti. Se Rieti perde anche l'università diventerà un paesone».

IL PERCORSO
C'è però da superare una fase che anche Chiarinelli giudica delicatissima, un indebitamento tale da mettere i soci davanti alla scelta tra ricapitalizzazione e liquidazione. E ci sono i soci forti (alcuni dei quali forti non sono più) che non hanno ancora maturato la propria posizione rispetto alle decisioni da prendere all'assemblea del 27 ottobre. «Un punto fermo c'è ed è la scelta della Provincia di saldare il suo debito con la concessione a 9 anni dell'istituto per Geometri - dice Chiarinelli al Messaggero. - Questo già basterebbe a metterci al riparo dalla liquidazione consentendoci di superare le difficoltà contingenti. Insomma, il bilancio sarebbe salvo. Che la Provincia resti o abbandoni il consorzio diventa irrilevante, sappiamo che la sua partecipazione non potrebbe comunque essere nelle percentuali del passato. E poi capisco il presidente Rinaldi: deve muoversi secondo le leggi e tenere conto delle preoccupazioni dei suoi revisori dei conti. Dal Comune ho l'assicurazione che vogliono continuare, pur con la necessità di non fare passi più lunghi della gamba».

IL CONSORZIO
Discorso a parte per il Consorzio del Nucleo Industriale: aveva una partecipazione del 5% ma non appena la Sabina Universitas ha disdetto gli affitti al centro servizi, ha prima annunciato il dimezzamento della partecipazione e poi ventilato l'uscita: «Su questo mi riservo di fare valutazioni in seguito», dice Chiarinelli. Con Provincia e Comune che non sono più quelli di una volta diventa decisiva la Fondazione Varrone. «Nella Fondazione riscontro una certa rigidità verso la politica - aggiunge - mi riferisco in particolare all'organo di indirizzo, che pure è espressione del territorio e quindi anche della politica. Ma amministrano soldi che sono di tutti: capisco che hanno diversi settori da sostenere ma credo che l'Università abbia un valore aggiunto, specie in una città così povera come la nostra». Resta il tema dell'estrema onerosità del consorzio, fatalmente scaricata sui soci che restano: «Rispetto agli anni precedenti il budget è stato praticamente dimezzato e questo come merito me lo prendo. Certo, chi più ha dovrà dare di più, ma in una società partecipata credo che questo sia nell'interesse comune».
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