Rieti, Gala Tech: atto finale
Ecco il licenziamento
per i 23 ex Solsonica

Solsonica
di Alessandra Lancia
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Martedì 7 Novembre 2017, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 13:34
RIETI - Ex Solsonica, ultimo atto: l'ad di Gala Tech, la controllata del Gruppo Gala da mesi in concordato preventivo, annuncia la messa in liquidazione della società e il licenziamento collettivo per i 23 addetti che nel 2015 erano transitati da Solsonica alla spa romana, sperando nella ripartenza. Ieri il gruppo di lavoratori ha affidato a giornali, radio e tv una drammatica lettera aperta, la stessa inviata al premier Gentiloni e giù giù fino a Melilli e Pastorelli, Zingaretti, Refirgeri e Mitolo, Cicchetti e Ranalli.
«Siamo quelli che in questi ultimi anni abbiamo consentito la sopravvivenza di uno stabilimento storico del Nucleo, ma passando dai contratti di solidarietà al licenziamento collettivo, procedura per la quale possono servire fino a 75 giorni, di fatto ci troviamo senza più alcuna fonte di sostentamento né ammortizzatore sociale spiega a Il Messaggero uno dei lavoratori firmatari della lettera La situazione di crisi della società è tale che non abbiamo preso neanche lo stipendio di ottobre, né abbiamo alcuna garanzia di riavere il tfr maturato negli anni di Eems e Solsonica». Di Colle Puzzaro Gala ha fatto un bello spezzatino: l'immobile (a questo punto l'unico bene fruttuoso) è a carico di Gala Power, i dipendenti rimasti (oggi 23, ma tra il 2015 e settembre 2017 sono arrivati anche a 40) e le (obsolete) linee di produzione sono a carico di Gala Tech. Altro non c'è, se non la storia di questi ultimi due anni, fatta di sacrifici inutili a cominciare da quello dell'accordo del venerdì santo del 2015, quando i dipendenti, pur di salvare il posto, accettarono riduzioni dello stipendio fino al 30% - e di speranze vane, come quella instillata con l'accordo del giugno 2016, che prometteva il reintegro di tutti e 120 gli ex lavoratori di Solsonica finiti nel frattempo in mobilità. Rieti doveva essere il polo del fotovoltaico made in Italy, poi della produzione di batterie da accumulo di energia, poi di sistemi di trasmissione dell'energia elettrica d'avanguardia.
«Noi in questi mesi ci siamo adattati a fare di tutto il racconto a Il Messaggero Non può finire così. Chiediamo alle istituzioni e alle forze economiche e politiche locali che riaprano la vertenza Gala Tech/Solsonica, e un impegno a Unindustria Lazio, di cui l'ad di Gala Tortoriello è presidente, perché individui un nuovo imprenditore che sia interessato al rilancio dell'azienda». Alla lettera, diffusa sin dalla mattinata di ieri, in serata non si era meritata la risposta di nessuno dei tanti destinatari. «Abbiamo avuto un contatto con il consigliere Mitolo, e forse mercoledì saremo ricevuti dal vescovo». Così, tanto per dire che ci sono altre 23 famiglie a reddito zero. E a futuro sottozero.

IL CASO ELEXOS
Gala Tech/Solsonica non è l'unica storia di ripartenza finita male. In casa Elexos/Schneider non va meglio. Per i 40 addetti è scattata in questi giorni la cassa integrazione, dopo la «fuga» dell'ex amministratore unico Andrea Trenti (che avrebbe aperto un'altra srl al Nucleo) e un rimpasto societario che vede ora la Cima in posizione maggioritaria, ma senza che in questi due anni si siano avverate alcune condizioni di base dell'accordo che portò alla nascita di Elexos, prime fra tutti le commesse Schneider. Commesse d'altronde che necessitavano di standard produttivi che lo stabilimento reatino non è stato in grado di garantire. E aspettando che il sindacato si metta d'accordo se le colpe sono di Schneider che non ha concesso o Elexos che non ha ottenuto, il sito scivola verso la cassa integrazione. Ma ai cancelli a sfilare non c'è più nessuno.
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