Rieti e i tagli alla scuola: in provincia
sono 150 gli insegnanti a rischio
in possesso del diploma magistrale

Rieti e i tagli alla scuola: in provincia sono 150 gli insegnanti a rischio in possesso del diploma magistrale
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Mercoledì 10 Gennaio 2018, 07:46 - Ultimo aggiornamento: 13:00
RIETI - Non risparmia il Reatino, con 150 persone, il nodo degli insegnanti con diploma magistrale presenti in scuole dell’infanzia e primaria che protestano, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato: una decisione che ha sovvertito sette precedenti sentenze e che rischia di fare perdere il lavoro agli insegnanti in questione. Prima del 2001 il diploma magistrale era considerato titolo valido per accedere alle graduatorie mentre successivamente era stato stabilito che ci volesse la laurea specifica. In sintesi, ci sono insegnanti che, prima del 2001, avevano i titoli, erano stati inseriti in graduatorie e molti erano stati anche assunti mentre ora vedono ribaltare il tutto.

LA SITUAZIONE
Al rientro dalla vacanze natalizie, in alcuni istituti della provincia, alcuni di questi insegnanti il cui posto di lavoro viene ora messo in discussione hanno protestato, aderendo alla mobilitazione nazionale che si è svolta in molte città della Penisola. La questione sul tavolo è complessa e non di facile soluzione.

«Difficile pure poter avviare forme di protesta in questo momento - spiega Luciano Isceri, segretario reatino dello Snals. - Il nostro sindacato, che non è tra quelli che hanno proclamato la mobilitazione, segue con attenzione la vicenda, che necessita risposte politiche: protestare contro una sentenza di un organo di giustizia supremo che ha ribaltato sentenze del Tar è difficile. Molto più praticabile la via negoziale con il Ministero. Vero è - prosegue Isceri - che a parte un aggiornamento a domani col ministro, dalla politica finora non ho udito levarsi voci particolari, ma la speranza che si possa arrivare ad una soluzione la dobbiamo conservare».

Nel Reatino i numeri parlano di circa 150 persone che si trovano coinvolte in questa situazione, come indicato dallo Snals. «Tra questi - osserva Isceri - c’è gente che ha compiuto una scelta di vita, magari ha comprato casa e contratto un mutuo. Molti insegnanti hanno fatto 5 o 6 anni di incarichi, altri addirittura sono stati già immessi in ruolo e superato pure l’anno di prova e adesso rischiano di veder rimesso tutto in discussione e tutto è da rifare». E il tutto sarebbe una strada in salita, perché si rischia di restare precari a vita, dopo anni e anni di servizio. «Per questo - conclude Isceri - una soluzione va individuata e deve essere di tipo politico e che rimetta le cose al loro posto». E la risposta dal ministero, questa volta, non può farsi attendere, perché in ballo ci sono posti di lavoro che rischiano di sfumare, gettando nella disperazione famiglie intere.
 
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