Poggio Nativo, dopo quasi mezzo secolo “L’Oasi” chiude i battenti: «Speriamo di avere lasciato un bel ricordo»

Annalisa e Armando del ristorante L'Oasi di Poggio Nativo
di Raffaella Di Claudio
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Mercoledì 1 Novembre 2023, 00:10

RIETI - Dovevano essere «2 o3 anni, per provare e vedere come va», poi è diventata una vita appassionata, faticosa ma ripagata di soddisfazione da affetto e fiducia dei clienti, sabini e romani, che per 44 anni hanno affollato il ristorante L’Oasi di Poggio Nativo, di Armando e Annalisa. Lei 64 anni, lui 68, dopo 44 anni, domenica, hanno salutato i clienti con le solite prelibatezze e qualche lacrima.

Il racconto. Nella storica sala, rivestita in legno, Annalisa tiene in mano una lettera, scritta di pugno e di getto, con cui «vogliamo salutare tutti, nella speranza di aver lasciato un bel ricordo». «Era novembre 1979 - inizia a leggere - eravamo poco più che ventenni, quando è cominciata questa straordinaria avventura. Dapprima come gestori in affitto, poi, piano piano, entusiasmo e passione crescevano, tanto che alcuni anni dopo abbiamo deciso di acquistare. Erano i mitici anni ‘80. Abbiamo avuto una clientela fantastica, conosciuto persone bellissime, famiglie, ragazze e ragazzi diventati grandi insieme a noi. I meravigliosi ragazzi degli anni ‘80», li chiama Annalisa, quelli che un sabato sera di settembre, quando la notizia della chiusura cominciava a circolare, si sono radunati a sorpresa nel locale e hanno donato loro una targa con su scritto «per sempre nei nostri ricordi con affetto». Gli occhi si fanno lucidi e Armando mostra libri di dediche e fotografie di una storia lunga 44 anni.
«Bellissime serate, il jukebox che suonava ininterrottamente.

Matrimoni, comunioni e battesimi o semplicemente pizzeria, ma con grande passione e professionalità. Certo - aggiungono - non sono state sempre rose e fiori, non tutti ci hanno voluto bene, abbiamo dovuto sopportare dicerie immeritate che ci hanno ferito ma, come si dice, “nessun santo è amato in patria” e non si può piacere a tutti. Ma siamo sempre andati a testa alta e con caparbietà e siamo arrivati a 44 anni di attività».

I collaboratori. Un grazie lo dedicano a collaboratori che definiscono fantastici. «Ricordiamo con affetto - legge Annalisa - chi non c’è più: dalla cara Immacolata che ci ha insegnato a camminare alla mitica Lena, pizzaiola fantastica, poi i tantissimi ragazzi e ragazze che hanno servito ai nostri tavoli, l’elenco sarebbe lunghissimo: grazie a tutti. Un grazie va ai nostri figli Francesco e Giacomo (entrambi ingegneri, ndr.), che ci hanno aiutato e supportato sempre e sono stato il nostro faro; ai nostri genitori, in particolare ad Antonietta, mamma e suocera che, fino a 90 anni, gironzolava in cucina: sua è la ricetta dei nostri famosi tozzetti. Un successo le fettuccine alla “nazicaculo” (dal movimento ondulatorio del corpo delle pastaie che le facevano a mano, ndr.), i ravioli, i supplì e la focaccia».
Nell’elenco dei ringraziamenti di Armando e Annalisa non mancano «i fornitori per la fiducia che ci hanno sempre dato» e il pensiero più speciale va ai clienti, «che hanno apprezzato la nostra cucina, che ci hanno sempre scelto, sempre affezionati e copiosi: senza loro non avremmo potuto esserci e durare tutti questi anni. Li ricordiamo uno a uno». Ora è tempo di realizzare e gestire la mancanza di un’attività sana e totalizzante che lasciano per andare in pensione, con la speranza che l’insegna de L’Oasi torni presto a riaccendersi con nuovi proprietari. Mentre loro cercheranno di ricominciare una nuova fase della vita, fatta di fine settimana liberi e tanto tempo da dedicare a figli e nipoti.

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