In centro storico prosegue la migrazione dei rifiuti, via Garibaldi usata come una discarica

In centro storico prosegue la migrazione dei rifiuti, via Garibaldi usata come una discarica
di Giacomo Cavoli
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Giovedì 19 Agosto 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 07:42

RIETI - La migrazione dei rifiuti nelle zone dove ancora manca la raccolta differenziata prosegue selvaggia e senza sosta. Come, ad esempi, in centro storico, a proposito del quale Il Messaggero aveva già scritto lo scorso 22 luglio. 

Poi, all’indirizzo del Comune era arrivata anche la punzecchiatura dell’associazione Nome Officina Politica e ora è la realtà dei fatti a ricordare come l’assenza di un piano di raccolta differenziata (in centro e altre zone periferiche, come a via Villafranca) continui ad alimentare il malcostume degli incivili. E in centro storico - dopo l’ormai conclamata discarica nata in via della Molina, all’angolo con via del Burò (a ridosso della “Minervini-Sisti” e del tribunale di piazza Bachelet) dove, nonostante la denuncia degli abitanti, intorno ai contenitori dell’indifferenziata continua ad essere abbandonato anche materiale ingombrante - ora un’altra segnalazione arriva dalla parte opposta, in via Garibaldi

La denuncia. In prossimità dell’ex Questura, c’è infatti un altro cassonetto divenuto ormai luogo d’appuntamento per tutti gli amanti dell’indifferenziata. «Dalla mattina alla sera è un continuo via-vai di persone che scaricano ogni sorta di rifiuto – denuncia l’avvocato Mariella Cari, residente della zona – Da grandi scatoloni di carta ai sacchi di erba, fino a grosse quantità di pane, c’è di tutto, mancano soltanto i materassi: e ormai, quando si fermano per scaricare i rifiuti, le persone non spengono neanche più il motore dell’auto, per quanto sia diventata un’abitudine.

Stanca di questa situazione, alla fine dello scorso anno ho scritto sia ad Asm che al Comune di Rieti per segnalare il disagio: l’Asm, che pulisce e spesso passa anche due volte al giorno, ha detto che non può fare nulla, invitandomi a rivolgermi al Comune». 

Da Palazzo di Città però, «non ho però ricevuto alcuna risposta – conclude l’avvocato - né dall’assessorato all’Ambiente né da quello alla Protezione civile e Polizia municipale, ai quali ho indirizzato la mia missiva”. Insomma, piove di nuovo sul bagnato.

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