Rieti, la storia. Designer reatino al top a Milano

Alessandro Luciani
di Daniela Melone
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Giovedì 31 Dicembre 2020, 17:01

RIETI - A Milano il quadrilatero della moda parla anche un po’ reatino, grazie al designer Alessandro Luciani, che ha firmato il primo flagship store europeo di Lenovo, in corso Matteotti 10. Due i piani del punto vendita, dalle caratteristiche innovative. Luciani, designer tra i più creativi e visionari, ha vinto oltre 21 Awards. Self-made man, ha creato per Lenovo un progetto in cui tecnologia e natura convivono in grande armonia. La natura è la sua prima fonte di ispirazione e quando torna in città la vena creativa prende forma. Nato a Rieti, Luciani ha frequentato l’Istituto Rosatelli e per una decina di anni ha lavorato nel negozio di famiglia Aimone Sport. Ha costituito in Ascom il gruppo giovani imprenditori, ed è stato membro anche del direttivo nazionale. «Volevo fare lo stilista - racconta - ma ho frequentato l’Isef e mi sono laureato nel 1992 con una tesi sulla preparazione psicofisica degli astronauti. Poi anche se ero già grande, ho cercato la mia strada».

La svolta
La svolta arriva nel 2012, quando il suo primo progetto per la Pirelli Tyre ottiene la vittoria. «Fui scelto da un marchio importante e decisi di mettermi in gioco per capire se quella poteva essere la mia strada.

Partecipai a un importante concorso internazionale e il mio progetto vinse il premio italiano, arrivando poi alla finale mondiale di Las Vegas, vinsi anche quella e fui il primo italiano a trionfare. Da lì non mi sono più fermato, ho studiato tanto e in questi otto anni sono più di 20 i premi vinti, l’ultimo il German Design Award nel 2019. A New York ho portato a casa l’International of Design Award, il premio più importante nel Retail Design. In quel momento ho rivolto un pensiero a Rieti, da dove ero partito, a volte le cose impossibili accadono e quando ci penso mi emoziono ancora». Osservatore attento, Luciani, sposato e padre di una ragazza, oggi è tra i docenti del Polidesign di Milano. «Vengo chiamato come punto di riferimento, mi fa piacere, ma sono un pessimo esempio, visto che non ho una carriera scolastica nel settore. Penso di essere solo all’inizio del mio percorso, non mi fermo al design, ma spazio a 360 gradi. Faccio fatica anche a definirmi, non amo i limiti e credo che la creatività possa uscire solo andando oltre ciò che uno vede. Fondamentale il connubio tra tecnologia e uomo, che cerco di trasmettere nei progetti a cui sto lavorando, dagli accessori moda che disegno, agli appartamenti per due importanti manager in Lombardia che sto realizzando». Ne vedremo ancora delle belle.

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