Rieti, appalti Ares 118: chieste otto condanne e quattro assoluzioni

Tribunale (foto d'Archivio)
di Emanuele Faraone
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Giovedì 21 Luglio 2022, 00:10

RIETI - Entra nel vivo, verso le battute finali che porteranno alla sentenza, il processo sul presunto giro di tangenti in cambio del rinnovo delle convenzioni, all’Ares 118, per la gestione di alcune postazioni di emergenza sanitaria. Sono arrivate le richieste da parte del pm: chiesta la condanna per Tesoriere e l’assoluzione per Calabrese. Davanti al tribunale penale di Rieti in composizione collegiale (presidente Sabatini, giudici a latere Prota e Marinelli) si è conclusa l’istruttoria del procedimento penale. È stato esaminato l’ultimo teste delle difese per poi lasciare spazio alla requisitoria del pubblico ministero, Lorenzo Francia. Il pm - in maniera circostanziata - ha ricostruito l’intera vicenda giudiziaria e gli esiti della lunga attività investigativa dei carabinieri, che aveva portato all’iscrizione degli attuali imputati nel registro degli indagati. Francia ha richiamato passaggi delle trascrizioni a partire dall’enorme mole delle intercettazioni telefoniche acquisite e che, in dibattimento, hanno costituito la spina dorsale dell’intero impianto accusatorio della Procura, riportando conversazioni e colloqui dai quali, come asserito dal pm, risulterebbe concordante e inequivocabile la colpevolezza degli imputati. Il pm ha concluso con le sue richieste finali: per l’ex direttore della centrale operativa Ares 118, Alfonso Tesoriere, condanna a 8 anni di reclusione, per Fabio Innocenzi condanna a 3 anni e 6 mesi, per Massimiliano Glandarelli 4 anni e 6 mesi, 4 anni e 6 mesi anche per Fabrizio Petrucci, 2 anni e 6 mesi per Carlo Guadagnoli, per Marco Guadagnoli 3 anni e 6 mesi, per Riccardo Gabatel 1 anno e 6 mesi e 2 anni per Giancarlo Di Vittorio, ex presidente dell’Associazione Croce bianca Rieti. Diverso il discorso sulle posizioni di Danilo Casciani, Bruno Colio, Giosué Calabrese, al tempo ex direttore amministrativo e Luciana Leonardi, per i quali la Procura ha chiesto l’assoluzione.

La vicenda. Una lunga e capillare inchiesta portata avanti dal nucleo investigativo dei carabinieri di Rieti e legata a un giro di presunte tangenti per il rinnovo della convenzione per la gestione delle postazioni di emergenza sanitaria di Borgo San Pietro, Poggio Mirteto, Paganico e Torri in Sabina, per un danno erariale stimato in circa 4 milioni, per gli anni 2013 e 2014.

Per gli imputati i reati ascritti a vario titolo e secondo i differenti ruoli e mansioni ricoperti sono quelli di truffa ai danni dello Stato, peculato, abuso di ufficio, concussione, corruzione, falso ideologico e frode nelle pubbliche forniture. Tesoriere si era da sempre dichiarato estraneo alla vicenda in quanto gli appalti sarebbero stati ad appannaggio esclusivo della Direzione generale di Roma. A fine mese la sentenza del primo grado di giudizio.

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