Rieti, Porrara: il piano sparisce dal consiglio

Via Porrara
di Antonio Bianco
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Venerdì 15 Gennaio 2021, 00:15

RIETI - Come anticipato da Il Messaggero il Piano quadro delle Porrara è stato stralciato dal consiglio comunale di ieri. Momenti di tensione, tuttavia, ci sono stati quando l’ex assessore Ludovisi (foto) ha chiesto di discutere della sua interpellanza. Richiesta rigettata perché, secondo la vicepresidente Angela di Marco (Lega), legata a un ordine del giorno ormai rinviato ad un’altra assise. A quel punto il consigliere di Possibile ha lasciato lo streaming. «Ho abbandonato il consiglio comunale ancora in corso per protesta – spiega su Facebook –. Cercavo di ottenere le dovute risposte circa la mia interrogazione sul Piano quadro. Cercavo di aprire il confronto, di discutere, di ascoltare l’assessore Emili sul merito. Hanno preferito staccarmi il microfono, applicando una vergognosa censura». Intanto, a stigmatizzare la gestione politica del Piano sono i gruppi consiliari di Rieti città futura e Psi. «Indipendentemente da questioni di merito – scrivono in una nota –, cui abbiamo fin qui opposto le nostre argomentazioni, sulla vicenda del Piano quadro delle Porrara piovono incompatibilità ma grandina incapacità. Al termine dell’iter amministrativo si scopre l’incompatibilità del presidente della Commissione urbanistica (Matteo Carrozzoni di Fratelli d’Italia, ndr) e del funzionario istruttore, responsabile unico del procedimento, tanto da annullare il lavoro svolto e dover ripartire da capo». 
L’opposizione poi spiega come sarebbero andati i fatti. «Nel caso del funzionario in questione, lo stesso ebbe a comunicare formalmente la propria potenziale incompatibilità, sia nel maggio scorso al precedente dirigente, sia nell’ottobre scorso al nuovo dirigente. In entrambi i casi l’indifferenza governò i processi e l’iter incautamente proseguì». Nel caso del presidente Matteo Carrozzoni «lo stesso, dopo aver presieduto varie commissioni sul tema, solo nell’ultima, dichiaratosi incompatibile, è stato sostituito fin dalla convocazione dal presidente del consiglio». Una Commissione, che alla fine – come si sa – non si è svolta perché mancavano presidente e vice presidente.

E durante la quale il consigliere socialista Carlo Ubertini aveva chiesto più volte il rispetto del regolamento. «Ora, alla luce dei fatti – continua la nota –, mentre le questioni di merito subiscono un’evidente rinvio a data da destinarsi, ciò che nell’immediatezza irrompe non è tanto il tema delle incompatibilità, quanto quello, ben più preoccupante, della incapacità amministrativa.

Si può essere a favore o contro le singole scelte, ma rimedi all’incapacità non appaiono rintracciabili». Concludono i due gruppi consiliari: «Le varie incompatibilità sorte saranno auspicabilmente sanate, tuttavia l’incompatibilità principale, quella con la capacità di amministrare, avrà ripercussioni serie e dolorose per tutti i cittadini». Il consiglio ha poi discusso e approvato con 18 voti, 9 contro e un astenuto (Casanica dei 5stelle) il gemellaggio con la città di Budapest. Una scelta inopportuna per Calabrese (Italia viva) e Angelucci (Rieti città futura), dovuta al fatto che a capo del governo ungherese ci sia il sovranista Viktor Orban, «che viola i diritti umani».

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