RIETI - Dopo quello già affrontato dal 2013 al 2022, il Comune di Rieti dovrà ora predisporre altri dieci anni - fino al 2033 - di piano di riequilibrio finanziario, al fine di ripianare con 17 milioni e 127mila euro l’Fcde, il Fondo crediti di dubbia esigibilità, con i soldi per coprire il mancato recupero dei crediti da parte del Comune e risultato sottodimensionato a seguito della verifica operata dalla Corte dei conti. È la doccia fredda già annunciata a metà dicembre e ora confermata dalla proposta di delibera che Palazzo di Città dovrà votare nel consiglio comunale di domani, per poi trasmetterla obbligatoriamente entro il 31 marzo alla sezione regionale di controllo della Corte dei conti e alla Direzione centrale per la finanza locale del Ministero dell’Interno, così da avviare il piano di riequilibrio. Una delibera finanziariamente amara per l’Ente e ancora più per i contribuenti del capoluogo, ieri vittima di un primo passo falso segnato, in Commissione Bilancio, dall’assenza del numero legale minimo di consiglieri comunali necessari per la discussione e l’approvazione dell’atto. L’assenza dei consiglieri di maggioranza, che avrebbero dovuto garantire il numero minimo alla delibera proposta dalla stessa maggioranza, ha portato i consiglieri di minoranza, giunti in Comune, a non far segnare in commissione la loro presenza, contestando l’assenza della maggioranza di fronte a un atto complesso come il piano di riequilibrio e la decisione di convocare la commissione appena due giorni prima del consiglio comunale.
La motivazione. Che i conti non tornassero, a Palazzo di Città avevano iniziato ad averne sentore già a partire da agosto 2023, quando arrivò il deferimento da parte della Corte dei conti, dopo aver avviato l’istruttoria attraverso il primo atto del 3 febbraio 2023: «Il fondo è costituito da 69 milioni di euro, ma la Corte dice che dovevamo essercene 17 in più, se dal 2015 si fosse lavorato in continuità - aveva spiegato a metà dicembre l’assessore al Bilancio, Andrea Sebastiani. - A partire da quell’anno, invece, l’amministrazione iniziò a calcolare il fondo, utilizzando il sistema semplificato e non quello ordinario».
Un nodo che è andato crescendo, coinvolgendo a cascata la restante parte dell’amministrazione Petrangeli, interamente quella Cicchetti e, adesso, quella targata Sinibaldi, chiamata a tappare le falle.
Le prospettive. Senza contare poi le rate annuali da un milione e 931mila euro che il Comune di Rieti dovrà continuare a pagare per i prossimi 19 anni - fino al 2043 - al fine di rientrare del disavanzo da 75 milioni di euro (erano diventati 41 milioni e 118mila euro a dicembre 2022) spuntato fuori dal riaccertamento del 2015.