Quando la gloriosa carriera dei “Pooh” rischiò di fermarsi al Moderno di Rieti

I Pooh nel 1975
di Sabrina Vecchi
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Giovedì 2 Novembre 2023, 00:10

RIETI - ​Hanno rischiato di dover smettere poco dopo iniziato. Non sono state tutte rose e fiori gli inizi per gli inossidabili Pooh che oggi, anno Domini 2023, si trovano a tirare le somme di un tour da tutto esaurito, e ripercorrono la loro carriera ultracinquantennale con interviste a raffica rilasciate alle maggiori testate nazionali. 
I loro concerti sono andati sold out negli stadi, biglietti per l’Olimpico e San Siro terminati in un giorno e più di tre ore di spettacolo sul palco, gli “amici per sempre” sono tornati nuovamente alla ribalta su copertine patinate e programmi televisivi. E non è sfuggito a molti, l’episodio tutto reatino che i componenti della storica band non perdono occasione di raccontare. Tra le righe di un noto settimanale, il bassista Red Canzian, nell’arco di un numero di concerti impossibile da quantificare, non riesce a dimenticare l’unico episodio in cui gli siano stati tirati ortaggi o similari. Guarda caso, proprio a Rieti. Correva l’anno 1975, il tour era “Forse Ancora Poesia”, la band aveva già fatto segnare uno storico successo nel 1971 con “Pensiero” e il bassista era entrato da solo un paio d’anni nel gruppo più longevo della storia della musica leggera italiana. 
Ad accogliere il gruppo dei Pooh, un Cinema Teatro Moderno gremito, nella sua prima collocazione di via Cintia, con tantissimi reatini che ricordano quella serata come un indimenticabile tafferuglio. 
«Mi tirarono un sacchetto di lupini - ha raccontato Canzian - che mi finì direttamente nell’occhio. Reagii, rivolgendomi alla parte di pubblico da dove era partito il sacchetto, dicendo che gli avrei spaccato il basso in testa. Una persona salì allora sul palco con gli amici, si sfiorò la rissa». 
Un episodio tornato recentemente alla ribalta delle cronache nazionali, passato alla storia dei concerti cittadini perché sfociato in una vera e propria rissa. «Io c’ero, e chi se lo scorda - racconta il giornalista reatino Fabrizio Tomassoni - avevo 19 anni e sedevo in prima fila con gli amici, il Moderno era pienissimo, i Pooh avevano già una gran fama, la gente aveva voglia di divertirsi. All’improvviso fu simulato un effetto fumo con il ghiaccio secco come si usava fare all’epoca, per cui qualcuno pensò a un incendio, gridarono al fuoco».

La scintilla. Fatto sta che dalla balconata partì un sacchetto di lupini che prese in piena faccia Red Canzian, che reagì alla provocazione incitando l’artefice del gesto a salire sul palco. «Peccato non fosse solo lui – dice Tomassoni – salirono anche i suoi amici, Dodi Battaglia ci restò impietrito. Successe di tutto, Canzian si difese col suo basso, a mettersi in mezzo per separarli ci pensò fortunatamente Roby Facchinetti». La voce cristallina dei Pooh, contattata da Il Messaggero, a distanza di così tanti anni non riesce a smettere di ridere: «Mi ricordo molto bene, accidenti. Ho dovuto al’epoca tranquillizzare i malcapitati, arrabbiati neri con Red, tanto che anche alla fine del nostro concerto lo aspettarono fuori per picchiarlo di brutto. Fu un episodio rimasto nella storia della nostra band, abbiamo rischiato di perdere il nostro bassista che era entrato da poco nei Pooh». 
Fatto sta, che il concerto non andò come doveva andare, la band fece altri due soli brani e se ne andò, intimorita dagli animi decisamente surriscaldati del pubblico e sul palco vuoto piovve di tutto. 
Un episodio ormai ricordato con affetto dai musicisti, che proseguono ad aggiungere date al loro attuale tour e hanno ormai superato i cento milioni di dischi venduti.

Mica fusaglie.

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