Poggio Nativo, torna l'ipotesi per un impianto per lo smaltimento di inerti

L'area di Fonte Nocera
di Paolo Giomi
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Mercoledì 14 Febbraio 2024, 00:10

RIETI - È proprio il caso di dire “a volte ritornano”. Mai luogo comune fu più appropriato per sintetizzare quanto sta accadendo, di nuovo, al confine tra i Comuni di Toffia e Poggio Nativo. Dove una storia che sembrava chiusa ormai da anni, forte anche di sentenze e pareri della giustizia amministrativa, è invece destinata a riaprirsi. E a generare, inevitabilmente, un nuovo vespaio di polemiche e mobilitazioni.

I passaggi. Perché l’impianto di smaltimento di inerti di località Fonte Nocera, territorio di confine tra i due municipi della Sabina, torna di nuovo di grande attualità. La società Ress, che fino al 2019 ha portato avanti l’istanza di realizzazione di un impianto per lo smaltimento di inerti in località Fonte Nocera, ha presentato una nuova richiesta di realizzazione del medesimo impianto, rimodulato in volumi e dimensioni. E, da quanto si evince dalle carte prodotte finora dagli enti preposti, su tutti la Regione Lazio, pare proprio che questo ridimensionamento sia stato, in qualche modo, la leva in grado di fare ottenere le autorizzazioni necessarie a procedere, almeno da parte della Regione Lazio. Dove, carte alla mano, lo scorso novembre si sono pronunciati gli uffici preposti alla Valutazione di Impatto Ambientale (Via), che nel precedente iter burocratico-giudiziario fu determinante per bloccare la realizzazione dell’impianto.
Questa volta, invece, pare proprio che quell’ostacolo sia stato superato, almeno a vedere come, a riguardo, lo scorso 5 febbraio il Comune di Poggio Nativo, per voce e firma del suo sindaco, Veronica Diamilla, si sia mosso per chiedere l’annullamento in autotutela della procedura di autorizzazione del nuovo impianto di smaltimento di inerti.

Le prospettive. Un atto che, ora, riapre di nuovo quel fronte relativo alla realizzazione dell’opera. Con i comitati civici posti a difesa del territorio pronti a montare di nuovo le barricate per impedire la realizzazione della struttura.
Furono proprio i comitati civici, anni addietro, a giocare un ruolo determinante, prima con il ricorso al Tar del Lazio, poi con le iniziative di protesta che, alla fine, consentirono loro di vedere l’annullamento dell’iniziativa. In questa circostanza, però, i tempi sembrano essere diversi, e la carta del ricorso al Tar, almeno al momento, non sembra poter essere giocabile. Ecco perché, da quanto Il Messaggero ha potuto apprendere, sono in essere iniziative di altro tipo, dall’imminente diffida verso i proponenti dell’impianto, e anche agli Enti locali coinvolti, Comune di Poggio Nativo incluso, ad eventuali ricorsi alla magistratura ordinaria.
Secondo i comitati civici, infatti, un impianto per lo smaltimento degli inerti è «inutile, anti-economico e nocivo» per la vocazione agricola e ambientale paesaggistica della vallata di Fonte Nocera.

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