LE MOTIVAZIONI
Cosa è accaduto in queste breve lasso di tempo? E’ accaduto che la Regione Lazio, dopo aver tacitamente accolto la richiesta della Asl reatina di fare resistenza al diritto di opzione che spetta ai candidati classificatisi ai primi posti nella graduatoria del bando pubblico (tradotto: la Asl di Rieti annullando il diritto di opzione avrebbe costretto i vincitori del bando a prendere servizio a Rieti e non in altre realtà che ne avessero fatto richiesta), solo il 28 luglio scorso ha spedito una lettera alla direttrice generale Marinella D’Innocenzo nella quale spiega che, pur comprendendo le difficoltà e le criticità nel reclutamento del personale e pur considerando gli sforzi profusi per la risoluzione dell’impasse operativo chirurgico, non è possibile opporsi al diritto di opzione, in quanto contrasta con le disposizioni di legge regionale vigenti.
Traduzione in parole povere: se i primi tre anestesisti in graduatoria non vogliono venire a Rieti non li si può costringere e bisognerà aspettare lo scorrimento della lista per coprire i posti necessari. Questo stop (quantomeno inusuale che sia stato ufficializzato dalla Regione solo tre giorni prima del termine in cui dovevano prendere servizio le nuove figure professionali) comporta quindi un ritardo nell’acquisizione di nuovi anestesisti e il proseguimento della ridotta capacità chirurgica del de Lellis. Tanto è vero che già ieri sono giunte a molti utenti che avevano prenotato interventi in questo mese, le comunicazioni dello slittamento a settembre delle operazioni programmate.
COME OVVIARE?
Come si può ovviare a questo nuovo impasse? La convinzione che alberga nei vertici Asl è che appena dopo Ferragosto la situazione si dovrebbe sbloccare e, con i tre nuovi anestesisti, dovrebbero essere operativi anche due nuovi chirurghi. Non resta che aspettare, anche se il verbo, pronunciato a chi da tempo è in attesa di potersi operare, suona peggio di una bestemmia.
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