Rieti, la creatività una questione di famiglia per la storica pasticceria Napoleone

Pietro Napoleone
di Luigi Ricci
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Sabato 11 Marzo 2023, 00:10

RIETI - Bisogna essere più che dei reatini doc per conoscere Pace, piccolo paese a una cinquantina di chilometri da Rieti, nel Cicolano, a metà strada tra Pescorocchiano e il Lago del Salto: è da lì che prende le mosse la storia della famiglia Napoleone da cui prende il nome la nota pasticceria di via Sant’Agnese.

L'artista. Le origini partono dal negozio di generi alimentari, poi divenuto osteria e trattoria, gestita dalla famiglia anzi, come vedremo, dalla dinastia dei Napoleone, mandata avanti dalla signora Maria e dal marito Francesco il cui primogenito, Pietro, manifesta subito un’indole creativa e artistica che, dalla pittura e dalla scultura, troverà la migliore espressione nell’arte pasticcera tanto che, imparati i primi rudimenti dalla mamma, già a 7 anni, in occasione della festa della Santissima Trinità, prepara una eccellente zuppa inglese, per poi diventare a soli 13 anni, il responsabile del settore dolci di un famoso ristorante romano in via Ripetta.

Pietro, venuto meno all’improvviso nel 2015, «aveva un dono artistico che si esprimeva nella pasticceria come un pittore in un quadro. Non aveva eguali», ricorda sua sorella Lina con una punta di commozione, mista ad ammirazione e riconoscenza poiché da lui tutto è partito, coinvolgendo gli altri fratelli, Domenico, Bruno e, brevemente, Angelo. Morto il padre, i primi due assumono un ruolo genitoriale verso i più piccoli, mentre la pasticceria diventa il lavoro intorno al quale costruire qualcosa che li unirà sempre di più.

La crescita. Nel 1979 Bruno e Pietro aprono un laboratorio in via Sant’Agnese ed entro pochi mesi si unisce Domenico. Nel 1986, dopo aver rifornito per anni numerosi bar di Rieti e provincia, l’azienda si espande e diviene pasticceria e gelateria aperta al pubblico. In quel momento Lina lascia la scuola per dedicarsi all’attività familiare: a lei i fratelli lasciano la parola per raccontare con piacere «i successi conquistati passo dopo passo» insieme a Pietro e, successivamente, nel suo nome. Quindi, mentre Pietro segue coi figli un’altra vicenda imprenditoriale quasi parallela, gli altri fratelli continuano a portare avanti l’originale tradizione riscuotendo successi con prodotti diventati veri e propri must: la “Napoleone”, torta con Pan di Spagna, crema chantilly e cioccolato con variazione ai frutti di bosco: il Tartufo bianco, o mimosa; il “Dolce Valle Santa”, rivisitazione di un’antica ricetta, creata per dar vita ad un dolce tipico, di pasta frolla con ripieno di crema di caramello, miele e noci o nocciole.

Il panettone. «Ci crediate o no - racconta compiaciuto Domenico - al di fuori della Lombardia, siamo stati tra i primi in Italia a produrre il panettone artigianale. Nel 1978, nostro zio Filippo lavorava a Milano ed era amico di un produttore di panettoni artigianali dalla cui conoscenza nacque un’amichevole sfida con Bruno e Pietro per realizzare il panettone migliore. Sono oltre 40 anni che lo produciamo, anche 9/10mila, mentre a Pasqua sforniamo circa un terzo di colombe. Vendiamo anche all’estero». «Prima e durante quei periodi - scherza Lina - dormiamo due ore a notte. Per noi la vera vacanza viene dopo». Così si arriva al must per eccellenza, il “Panettone Sabino”, in cui parte del burro è sostituita da olio extravergine di oliva dop, che da 6 anni vince il primo premio nel Lazio e negli ultimi 3 il primo assoluto del prestigioso “Panettone Day”. Nel frattempo in azienda è approdata l’ultima generazione: Matteo, Federico e Giulia che insieme a Patrizia, moglie di Domenico, e ai collaboratori Lanfranco ed Emanuela, completano una vera e propria squadra, per la gioia della 92enne mamma Maria. «La nostra forza - conclude Lina - è la famiglia. Nessuno di noi ha mai pensato di fare altri lavori. Siamo tutti coinvolti e uniti in quello che per noi è innanzitutto un piacere più che un lavoro. Pietro può essere orgoglioso di noi».

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