Rieti, l'ultimo saluto di Villa Reatina
a Don Mario Laureti

Don Mario Laureti
di Fabiana Battisti
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Giovedì 26 Luglio 2018, 01:23
RIETI - «Bene!… sì “Bene!”…questa era l’espressione che usavi, caro Don Mario, per concludere una riflessione o un incontro o una delle tue tante, gustose ed affascinanti chiacchierate, con lo sguardo sempre pieno di stupore ed entusiasmo!…anche noi oggi ti salutiamo allo stesso modo, ma soprattutto con gli stessi sentimenti di serenità e di gratitudine al Signore». Così i parrocchiani di Villa Reatina hanno voluto far esordire il loro saluto di questa mattina a Don Mario Laureti, nell’aria sospesa di un giorno e una circostanza tanto prevista quanto più sconvolgente da non sembrare reale. Il gioviale e attento parroco infatti era solito dire “Io sono pronto...quando Lui vuole!” e dopo le diverse e negli ultimi tempi ricorrenti ricadute "non era neanche questa volta!". Un Padre spirituale indimenticabile per la città di Rieti e per la parrocchia di San Giovanni Bosco in particolare, don Mario perseguiva con naturalezza lo stile biblico del Salmo 132, “Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!”, ricreandolo attorno a sè, come ricordato dai parrocchiani, che lo hanno onorato con la liturgia festosa che il sacerdote avrebbe voluto.
«Don Mario, sei stato nel tempo un cantiere sempre aperto di idee e di proposte con lo sguardo lungo di chi sa andare oltre», questa l'istantanea con cui la comunità ha immortolato la personalità di un don e di uomo unico per la sua essenzialità, la disarmante accoglienza, spontaneità, cura e premura umana, colonna portante di legami duraturi perché «fondati sulla Roccia». Legami per mezzo dei quali il sacerdote è riuscito a creare negli anni l'identità radicata non solo della parrocchia ma soprattutto del quartiere di Villa Reatina, aspro e difficile ma colmo di bellezza e potenzialità. Attraverso le cene offerte rigorosamente da don Mario, le iniziative, i gruppi e gli incontri i parrocchiani hanno ricostruito nel loro saluto il fondamento di un'eredità importante e che sempre nuova ancora oggi continua prolifica a “San Giovanni Bosco”, grazie all’originario impegno e alla forza del sacerdote, guidato dallo Spirito Santo. Ciò che più resta vivido è il segno impresso nell’aver unito provenienze, generazioni e credi diversi con semplicità, «bastava venire da te- hanno ricordato i parrocchiani- per chiunque avesse bisogno: parrocchiani, ma anche da fuori parrocchia si trovavano porte spalancate e cuore sempre generoso».
Le caramelle, i cioccolatini e una manciata di ciliegie sono stati i simboli distintivi di don Mario, gli strumenti mai assenti di un’evangelizzazione viva fatta di incontro e scambio personale, tra una citazione biblica e un simpatico aneddoto il sacerdote «riusciva a dare risposte a tante domande che fervevano nel cuore di piccoli e grandi», così in tanti questa mattina si sono stretti per l’ultimo commovente congedo al caro sacerdote, nella sua casa storica, la parrocchia di San Giovanni Bosco.
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