Era un intellettuale, padre Carlo, laureato in lettere alla Cattolica di Milano e in Teologia all'Antonianum di Roma. A Fonte Colombo ci arrivò 30 anni fa, dopo essere andato in pensione dall'insegnamento. Originario di Palestrina, quello doveva essere per lui giusto un anno sabbatico: troppo freddo e remoto il santuario reatino. E invece non se n'è più andato, trovando nella valle santa una nuova fonte di ispirazione per i suoi studi, sulle tracce dell'eredità lasciata da Francesco. Uno dei suoi ultimi libri era «Con Francesco nella valle di Rieti»; una delle sue fatiche più grandi la traduzione dal latino all'italiano degli Actus beati Francisci in Valle Reatina del 1381.
E non aveva ancora terminato il suo lavoro: «Stava ultimando la traduzione e il commento del Sacrum Commercium di Francesco con madonna Povertà dice don Lorenzo Chiarinelli dopo aver lavorato ad un'importante biografia del beato Giovanni da Parma: spero che i frati la pubblichino. Padre Carlo era un appassionato dell'esperienza e dell'originalità francescana, per questo amava la nostra terra. Rieti è stato il luogo del recupero dell'ispirazione francescana originaria: per lui la chiave interpretativa era l'orizzonte mistico. In questo si può cogliere l'essenza della sua vita e dei suoi studi».
Era molto conosciuto, padre Carlo, e la sua Fonte Colombo è sembrata troppo piccola per i funerali, che si svolgeranno oggi alle 15 in cattedrale, presieduti dal vescovo Domenico Pompili. Ma a Fonte Colombo tornerà per essere sepolto nel piccolo cimitero del convento, dove lo «aspettano» i santi vecchi frati dell'ultimo secolo.
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