Fara Sabina, il depuratore torna
in funzione ma rimangono i nodi

Consiglio di Fara Sabina
di Raffaella Di Claudio
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Sabato 29 Luglio 2017, 08:06 - Ultimo aggiornamento: 13:29
FARA SABINA - Ha ripreso a funzionare ieri, dopo 8 giorni di stop, il depuratore di Fara Sabina. È stato riattivato dalla società AeA srl, in ottemperanza all’ordinanza del sindaco Davide Basilicata che bypassa la revoca di autorizzazioni allo scarico emessa dalla città metropolitana di Roma capitale il 13 luglio. L’impianto è ritenuto non conforme alla legge.

“Appena appreso della pubblicazione dell’ordinanza - dichiara Riccardo Bianchi amministratore delegato di AeA srl -, abbiamo ricominciato l’attività interrotta il 20 luglio in attesa di allacciarci al depuratore del consorzio industriale, che è pronto. Manca solo l’autorizzazione della città metropolitana che ha revocato la vecchia autorizzazione, ma non si sbriga a dare la nuova”.

Ma l’autorizzazione a scaricare le acque reflue urbane in un impianto destinato allo smaltimento dei reflui del polo della logistica sarà rilasciata? “Non lo so – chiosa Bianchi -, ma nel caso in cui non venga autorizzato, il consorzio industriale, il Comune di Fara Sabina, quello di Montelibretti e chi di dovere prenderanno le decisioni che riterranno più opportune”. Ora in base all’ordinanza del sindaco che intima anche al consorzio industriale di mettere d’urgenza in funzione il nuovo depuratore, quello attuale potrà continuare a funzionare al massimo per 45 giorni.

Il problema è nel pieno del suo svolgimento e la minoranza di Fara bene comune che aveva interrogato l’assessore Tony La Torre sul tema, nell’ultimo consiglio, incalza la maggioranza. “In risposta alla nostra interrogazione –attaccano Gabriele Picchi, Danilo Maestri e Paolo Spaziani - l’assessore La Torre ha letto una relazione nella quale non ha mai menzionato la diffida, arrivata il 6 settembre 2016, e non ha detto che il depuratore è insufficiente a gestire gli scarichi di Passo Corese. Ha omesso di rappresentare alla minoranza che le analisi di Arpa Lazio evidenziavano parametri fuori dalla norma con potenziali danni per l'ambiente circostante. Secondo Roma capitale le responsabilità dell'amministrazione risalgono al 2015 quando il depuratore è stato oggetto di numerosi interventi di manutenzione o quando Arpa Lazio rilevava con sopralluoghi sul posto anomalie negli scarichi. Denunciamo ancora una volta la superficialità del sindaco e della maggioranza che continuano a tamponare le emergenze, senza trovare soluzioni per il futuro e pavoneggiandosi di aver risolto la problematica del momento, come se – concludono - finora non avessero amministrato loro il Comune”.
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