Donazione che dopo cinque mesi ha permesso alla comunità della piccola cittadina, costituita da 125 cattolici, di avere la propria chiesa dedicata a San Michele.
“Sin dall’inizio – aveva dichiarato a un mese dalla morte della sorella, il fratello sacerdote, don Luca, spiegando la volontà della famiglia - al di là dell’umana sofferenza abbiamo accettato con lucidità la morte di Simona come un martirio e oggi, con questo progetto che prevede la costruzione di una chiesa vicino Dacca, vogliamo dare un messaggio di speranza ai cristiani che vivono in Bangladesh affinché possano continuare a professare la propria fede in Cristo”.
Oggi, tra l’altro, i familiari di Simona insieme ai parenti delle altre vittime (20 tra cui 9 italiani) che hanno perso la vita a Dacca hanno incontrato Papa Francesco.
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