I conti del Comune non tornano e il predissesto si allunga. Sebastiani confessa: «Sbagliati i calcoli dal 2015»

Il consiglio comunale di Rieti
di Giacomo Cavoli
3 Minuti di Lettura
Sabato 16 Dicembre 2023, 00:10

RIETI - Da uno a dieci anni da trascorrere di nuovo nel purgatorio dello stato di pre-dissesto. È questo l’arco temporale entro il quale il Comune di Rieti dovrà spalmare – attraverso un nuovo piano di riequilibrio – i 18 milioni di euro con i quali la Corte dei conti ha chiesto a Palazzo di Città di rimpinguare il Fondo dei crediti di dubbia esigibilità, contenente i soldi necessari a coprire il mancato recupero dei crediti da parte del Comune. Fondo apparso sottodimensionato agli occhi dei giudici contabili a causa, come spiegato ieri mattina in Commissione Bilancio dall’assessore Andrea Sebastiani, «del metodo sbagliato con il quale, a partire dal 2015, sono state calcolate le cifre che erano destinate a confluirvi». 

L’errore. Per riassumere la seduta della commissione Bilancio andata in scena ieri mattina bastano le parole del consigliere di maggioranza Antonio Emili: «Questa è l’anticamera di una giornata grave», cioè quella che precede il consiglio comunale della settimana prossima, che sarà chiamato a votare la richiesta avanzata alla Corte dei conti dal sindaco Daniele Sinibaldi di poter riformulare il piano di riequilibrio, da presentare entro il 31 marzo 2024. Insomma, la stessa procedura avviata dalla giunta Petrangeli nel 2013, quando dai cassetti del Comune saltarono fuori 20 milioni di euro di disavanzo ed altri 10 milioni di debiti fuori bilancio. Che i conti non tornassero, a Palazzo di Città avevano iniziato ad averne sentore già a partire dall’agosto di quest’anno, quando è arrivato il deferimento da parte della Corte dei conti dopo aver avviato l’istruttoria a febbraio.

Cosa è? «Il fondo è costituito da 69 milioni di euro ma la Corte dice che dovevamo essercene 18 in più, se dal 2015 si fosse lavorato in continuità – spiega Sebastiani - A partire da quell’anno, invece, l’amministrazione ha iniziato a calcolare il fondo utilizzando il sistema semplificato e non quello ordinario».

Insomma, secondo l’assessore al Bilancio, si tratterebbe di un bubbone che è andato crescendo sempre più, coinvolgendo a cascata la restante parte dell’amministrazione Petrangeli, interamente quella Cicchetti e, adesso, quella targata Sinibaldi, chiamata a tappare le falle.

Ma da cosa è composto il fondo? Dai soldi necessari a coprire il mancato recupero dei crediti da parte del Comune: soldi che, all’interno del fondo, si trovano in una percentuale più bassa rispetto al reale ammontare dei residui attivi, cioè dei crediti che il Comune di Rieti non è riuscito a riscuotere, fra entrate tributarie ed extratributarie.  Cumulo di residui attivi che, al momento, per Palazzo di Città ammonta a 129 milioni di euro, ma del quale andrà comunque operata una nuova ricognizione al momento di formulare il nuovo piano di riequilibrio 

Il percorso. Insomma, addio alla fine dello stato di pre-dissesto, che sarebbe dovuta arrivare dieci anni dopo il suo avvio, e tanti saluti anche al ribasso delle aliquote, che non scenderanno dal loro picco massimo: «Dopo il 31 dicembre verrà eseguito un nuovo accertamento straordinario dei residui attivi, per capire quanti andranno stralciati e quanti andranno invece a costituire il fondo – conclude Sebastiani – La Corte dei conti ci dirà in quanti anni potremo suddividere questo nuovo debito ed entro il 31 marzo dovremo presentare un nuovo piano di riequilibrio. Quale era alternativa a questo percorso? Il dissesto dell’Ente», chiude laconico Sebastiani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA