La vicenda
Un danno patrimoniale che si sarebbe consumato in circa 5 anni, dal 2010, quando i componenti dello studio associato avrebbero rilevato - a seguito di verifiche incrociate - incongruenze sulle rispettive contabilità interne e, in solido, di quella del cassetto fiscale dello studio professionale. La commercialista avrebbe versato per conto dei propri clienti - mediante rimessa diretta sul proprio conto corrente personale - somme di denaro con cui saldare nel tempo le varie scadenze fiscali (tasse, imposte, F24 ecc.), omettendone poi il completo versamento o effettuando bonifici parziali trattenendo così parte del denaro nel proprio conto corrente. Contestazioni che la dottoressa commercialista ha sempre respinto, riconducendo quegli importi a scomputo di spettanze per prestazioni professionali straordinarie ed equa compensazione vantando credito – come dalle risultanze della perizia di parte - nei confronti dello studio associato. Un procedimento penale avviato dalla denuncia-querela degli avvocati e dalla successiva indagine condotta dalla Guardia di finanza su transiti fiscali e movimentazioni di conti correnti fino ad arrivare - dopo la costituzione di parte civile - alla richiesta e all’ottenimento da parte del tribunale di Rieti del sequestro conservativo dei beni mobili e immobili della commercialista disposto preventivamente dal giudice. «Una sentenza che rispettiamo ma che ci meraviglia - ha chiosato l’avvocato difensore Luca Conti - dato che in dibattimento non erano emersi profili di responsabilità penale rispetto all’accusa di appropriazione indebita anzi, come da perizia depositata, la commercialista è risultata essere creditrice nei confronti dello studio legale per un importo pari a 75mila euro, comprensivo della mera consulenza professionale in materia fiscale-contabile e di una lunga serie di prestazioni aggiuntive extra contrattuali (scritture, registrazioni contabili) come da perizia di valorizzazione. Attendiamo ora di leggere le motivazioni di una sentenza che impugneremo in Appello dove sono certo che si prenderà atto, in base alle oggettive risultanze, che non vi è stata mai alcuna appropriazione indebita da parte della mia assistita. Infine - conclude l’avvocato Conti – è anche emerso come la commercialista abbia eseguito i versamenti all’Erario con addebito sul suo conto corrente».
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