Roma, arrestato il commercialista delle case a luci rosse: nella sua cassaforte 100 mila euro, sul conto del figlio altri 800 mila

Tra i “clienti” anche la casa d’appuntamenti in cui Giandavide De Pau uccise due orientali

Roma, arrestato il commercialista delle case a luci rosse: nella sua cassaforte 100 mila euro, sul conto del figlio altri 800 mila
di Alessia Marani
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Martedì 20 Febbraio 2024, 22:36 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 17:54

Oltre ottocentomila euro erano stati dirottati nel conto corrente intestato al figlio invalido, quasi centomila, in contanti, erano custoditi in una cassaforte della sua casa tra l’Eur e Ostia. Per Salvatore D., 68 anni, consulente finanziario di almeno una sessantina di centri massaggi orientali disseminati nella Capitale ieri mattina sono scattati gli arresti domiciliari. Analoga misura anche per due donne di nazionalità cinese Z. X. di 52 anni e W. X. di 57, considerate le “mamasan” di alcuni centri-alcova e accusate di sfruttamento della prostituzione. 

Sarà un caso, ma il professionista romano aveva curato pure gli interessi contabili del centro massaggi a luci rosse di via Augusto Riboty, a due passi dagli uffici giudiziari di piazzale Clodio, dove il 17 novembre del 2022 Giandavide De Pau, pregiudicato ed ex autista del boss di camorra Michele Senese, uccise senza pietà Xiuli Guo, detta «Sofia», di 47 anni, e Yan Rong Li, «Lia», di 56, prima di accanirsi anche su Martha Castaño Torres in un appartamento non distante. 

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INTERESSI E CRIMINE

Davvero De Pau aveva conosciuto le sue vittime scandagliando morbosamente i profili pubblicati sui siti hot online come un cliente qualunque oppure c’era qualcosa di più che legava il suo mondo, quello contiguo con la mala in cui si stringono rapporti, amicizie e nuovi affari persino da dietro le sbarre, alle case d’appuntamento clandestine che macinano montagne di denaro ora dopo ora? Domande a cui l’inchiesta dello speciale gruppo Spe, Sicurezza pubblica emergenziale, che ieri ha notificato le misure cautelari al 68enne sedicente commercialista e alle due straniere, sembra destinata ad apportare nuovi tasselli per arrivare alle prime risposte. Il pm Pierluigi Cipolla è intenzionato a ricostruire il flusso dei soldi passati per le mani di migliaia tra clienti e “professioniste” che per operare potrebbero essersi affidate, volenti o nolenti, alla protezione di organizzazioni potenti e ben inserite nella pax mafiosa che regola i delicati equilibri criminali romani. 
Gli agenti della Polizia locale, dunque, da un paio d’anni indagano su presunti giri di prostituzione e riciclaggio.

Nel corso del tempo Salvatore D. è stato individuato come il tenutario della contabilità di decine e decine di centri massaggi orientali, molti dei quali finiti nel mirino dei caschi bianchi per l’ipotesi di prostituzione. 

LA PERQUISIZIONE

Durante la perquisizione, nel suo studio sono stati rinvenuti articoli di giornale in cui venivano riportati gli esiti di inchieste giudiziarie riguardanti le “case chiuse” nonché un’intervista a un ex comandante dei vigili che spiegava i meccanismi del business illegale. Insomma, il 68enne mostrava molta attenzione alla tematica. Troppa, stando agli inquirenti.

Le due cinquantenni cinesi ora ai domiciliari lavoravano in due centri messaggi rispettivamente in via Andrea Bafile (a nemmeno duecento metri di distanza da via Riboty) e in via Ernesto Nathan, alla Magliana. Ma l’inchiesta non è conclusa. 

Sull’operazione é intervenuto il Sulpl (Sindacato unitario lavoratori polizia locale), che per voce del segretario Romano Marco Milani dichiara: «Nell’esprimere il nostro plauso alle capacità investigative dei colleghi, torniamo ad evidenziare come dopo anni di buio, i corpi speciali tornino a fare sicurezza. Lanciamo un appello ad amministrazione e governo affinché trovino soluzione agli annosi problemi della carenza organica, che continua a vedere nella Capitale 3500 agenti in meno, rispetto al necessario e della mancanza di un ordinamento professionale al passo con i tempi».

(Riguardo alla persona coinvolta nell'inchiesta, l'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Roma fa sapere che "non risulta iscritto nell'Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili").

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