Rieti, anche il cardinale Bertone
alla camera ardente allestita
per don Luigi Bardotti

Il cardinale Tarcisio Bertone accanto al vescovo alla camera ardente in onore di don Luigi Bardotti
di Daniela Melone
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Lunedì 17 Ottobre 2016, 20:17 - Ultimo aggiornamento: 20:18
RIETI - «E’ stato un grande sacerdote dal cuore generoso e misericordioso», così il cardinal Tarcisio Bertone ricorda don Luigi Bardotti, parroco di San Domenico, scomparso domenica mattina a seguito di un arresto cardiaco. Il cardinale, che conosceva il sacerdote dai tempi in cui era arcivescovo di Vercelli, è giunto a Rieti per pregare nella camera ardente allestita a San Nicola, troppo piccola per accogliere i tanti che hanno voluto salutare un uomo molto amato.

C’è il Vescovo Domenico Pompili con alcuni sacerdoti, il coro Aurora Salutis, i volontari Unitalsi, le sorelle della Fraterna Domus di Sacrofano, i membri del Comitato San Domenico e tanta gente comune. Bertone ha recitato il rosario. Domani non potrà esserci ai funerali, in programma alle 15 a San Domenico. Sarà a Lourdes, il Cardinale, davanti quella grotta dove 50 anni fa, il giovane Luigi fu ordinato sacerdote e lì lo ricorderà nella preghiera.

Un uomo attento alle necessità di tutti – continua Bertone - pieno di amore al Signore Gesù, molto devoto della Beata Colomba e della Madonna sotto il cui manto ha camminato tutta la vita. Innamorato di Rieti, annunciava il Vangelo con una parola convincente e con la sua vita. Io credo – ha aggiunto il Cardinale - che il Signore, la Madonna e don Francesco Bisinella, il sacerdote la cui opera lui ha seguito, l’abbiano accolto con le braccia aperte».

«Per noi – racconta Maria Teresa, sorella della Fraterna Domus di Sacrofano - don Luigi è stato il co-fondatore, da sempre ha seguito la nostra opera, è stato un appoggio un sostegno, un consigliere. Negli ultimi anni aveva preso in mano la nostra opera portandola avanti con grande serenità e tanto amore. E’ stato un esempio di fedeltà alla Chiesa nonostante le tribolazioni fisiche e morali».

Il coro Aurora Salutis ha voluto salutarlo con la musica che don Luigi amava, con l’ “Ave di Lourdes”, ma anche con l’“Inno al Creatore” di Beethoven. Lui – ha detto il maestro Barbara Fornara presentando il testo – ci teneva che questa canzone fosse cantata nel momento della sua partenza verso il cielo, un momento da vivere con gioia, perché avrebbe rivisto nella fede chi dall'alto gli sorrideva sempre».
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