Mancata gara alla Asl de L'Aquila:
dirigente reatina finisce nei guai
la Corte dei Conti la rinvia a giudizio
per quasi mezzo milione di euro

Silvia Cavalli
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Sabato 2 Settembre 2017, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 13:44
RIETI - C’è anche una reatina - Silvia Cavalli di 45 anni - tra le cinque persone citate in giudizio dalla Corte dei Conti dell’Abruzzo per il mancato espletamento di una gara di appalto nella Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila. Gara relativa a un contratto di fornitura di materiali di consumo per i laboratori analisi dell’Aquila e di Avezzano e il cui mancato bando avrebbe prodotto un danno allo Stato di oltre 3 milioni di euro. Silvia Cavalli - già funzionaria al Comune di Rieti negli anni ‘90, poi dirigente del settore Appalti alla Asl reatina, da dove è poi passata prima alla Asl di Chieti e poi a quella de L’Aquila, sempre con il roulo di dirigente - è citata in giudizio in qualità di ex direttore amministrativo della Asl numero 1 dell’Abruzzo e la Corte dei Conti le chiede indietro la bellezza di 478mila e 493 euro.

LA VICENDA
La vicenda risale al biennio 2013-2014, quando la Asl 1 procedette all’acquisto di materiali (reagenti in particolare) e macchinari per l’esecuzione di test di laboratorio analisi all’Aquila e ad Avezzano. E prende piede da un ricorso al Tar presentato dall’azienda Beckman Coulter srl, per la concessione, nel 2013, della proroga di fornitura da parte della Asl 1 a un’altra ditta.. I quasi 3 milioni e 200mila euro vengono oggi contestati dalla Corte dei conti per il 50% a Fabrizio Andreassi, 55 anni, di San Demetrio, che all’epoca era dirigente del Servizio acquisti della Asl 1, per un totale di 1.594.977,65 euro; il 5% a Massimo Pezzopane, 56 anni, dell’Aquila, in qualità di responsabile del procedimento, per un totale di 159.497,76 euro; e il 15% ciascuno, pari a 478.493,29 euro, a carico di Giancarlo Silveri, 73 anni, originario di Asciano e candidato sindaco al Comune dell’Aquila nelle ultime elezioni; Libero Colitti, 67 anni, di Campobasso, ex direttore sanitario; e Silvia Cavalli, 45 anni il 3 settembre, ex direttore amministrativo.

I FATTI
La procura della Corte dei conti ricevette un esposto il 24 settembre del 2013 nel quale veniva «evidenziata l’illegittima rinegoziazione, da parte della Asl 1, del contratto di fornitura di materiali di consumo per i laboratori analisi dell’Aquila e Avezzano, senza che fosse stata espletata alcuna gara, risalendo l’ultima al 1997». La magistratura contabile contesta quindi ai cinque dirigenti di non avere espletato prima del 2013 la gara di appalto per l’assegnazione della fornitura di macchinari e reagenti per l’esecuzione dei test di laboratorio. Secondo quanto stabilito dai carabinieri, ai quali la procura contabile hanno delegato le indagini, l’Asl non avrebbe dovuto concedere nel 2013 la proroga a una delle aziende, ma avrebbe dovuto procedere con una nuova gara, facendo risparmiare allo Stato i 3,2 milioni di euro che sarebbero la differenza di costi lievitati tra la nuova gara, poi espletata nel 2014, e l’epoca della rinegoziazione del contratto con l’azienda Abbott srl. L’udienza è fissata il 16 gennaio 2018.

LA DIFESA
Il parere dei cinque indagati è altro. «Qualcuno non ha letto le memorie inviate dalle nostre difese», afferma l’ex direttore generale Silveri. «Le gare per questo settore non venivano indette dal 1997. Le ditte fornitrici erano tre, una per ogni ospedale: L’Aquila, Avezzano, che comprendeva anche Tagliacozzo e Pescina, e Sulmona-Castel di Sangro. I costi erano più elevati perché il volume delle forniture, così divise per ciascun laboratorio, era più basso e, di conseguenza, i costi maggiori. Quando, nel 2014, è stata indetta la gara, l’ordine è stato unificato e aumentando notevolmente la quantità, c’è stato un grosso risparmio. La Corte dei conti ci imputa questo: dovevamo fare prima la gara, in modo da risparmiare subito, anziché dare la proroga. Ma non abbiamo potuto farlo perché bisognava aspettare la scadenza di tutti e tre i contratti e Regione stava riorganizzando i laboratori analisi, tanto che Tagliacozzo e Pescina sono stati chiusi».
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