E' la prima, netta risposta politica dell'Ato reatino alla decisione dell'Ato romano di impugnare davanti al Tar la delibera del 17 maggio con cui la Regione provava a mettere ordine tra i due Ato, stabilendo un ristoro di 36 milioni di euro per il pregresso e di 6/8 milioni annui per il futuro per l'acqua reatina pompata a Roma. Ricorso, si è appreso ieri, a cui si è aggiunto anche quello di Acea e con una particolarità.
LA POSIZIONE DI ACEA
«Acea sembra contestare solo l'entità e le modalità del ristoro spiega Rinaldi - Ato2, nella persona della sindaca Raggi, contesta alla base il diritto dell'Ato 3 ad avere un ristoro per l'acqua, ristoro che avremmo utilizzato per una gestione tutta pubblica dell'acqua reatina. E questo politicamente grida vendetta». E infatti gli attivisti 5Stelle da tre giorni tacciono. Nel dicembre 2013 i consiglieri regionali Blasi e Porrello, in una interrogazione al presidente Zingaretti, chiedevano quali azioni intendesse adottare la Regione affinché Acea Ato2 adempisse ai suoi obblighi e saldasse i crediti decennali vantati dai Comuni dell'Ato reatino.
E lunedì i Grilli parlanti di Rieti, rispolverando quell'interrogazione, avevano bollato la delibera regionale come una una bufala, perché ad oggi ancora «inesigibile». Tempo due giorni e ad opporsi con un ricorso pesantissimo a quella delibera è stata direttamente la Raggi, nella sua qualità di rappresentante della Città Metropolitana, l'ex Provincia di Roma. Unanime, ieri mattina, il voto dei sindaci reatini all'ordine del giorno dell'Ato 3 che ribadisce il diritto del territorio ad un equo indennizzo e la necessità di definire una volta per tutte la partita della concessione delle sorgenti Peschiera-Le Capore, l'altro vero, gigantesco tabù della questione acqua.
CITTADUCALE E CASAPROTA
Quest'ordine del giorno è stato votato anche dai sindaci di Cittaducale Ermini e di Casaprota Ratini, pure loro firmatari di un ricorso al Tar contro la delibera regionale ma per ragione diametralmente opposte a quelle di Ato 2. La delibera, infatti, stabilendo un equo indennizzo indistintamente per l'Ato 3, assorbe le convenzioni già in essere tra singoli Comuni e Acea-Ato2, ossia quelle con i Comuni rivieraschi, i più direttamente interessati alla materia.
E' invece passato a maggioranza l'adozione da parte dell'Ato 3 della convenzione che regola l'interferenza d'ambito stabilita della delibera regionale: ad opporsi, oltre a Cittaducale e Casaprota, anche Castel Sant'Angelo e Frasso. Deciso a maggioranza anche la costituzione in giudizio contro i ricorsi di Ato2, Acea e Comuni di Cittaducale e Casaprota, fermo restando che la prima a doversi opporre dovrà essere la Regione.
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