Rieti, ristoro dell'acqua:
la rivolta dei sindaci

Peschiera
di Alessandra Lancia
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Venerdì 29 Luglio 2016, 07:48 - Ultimo aggiornamento: 13:50
RIETI - Con la fascia tricolore, il 5 agosto alle sorgenti del Peschiera per protestare contro la decisione della Città metropolitana di opporsi al ristoro dei reatini per l'acqua che va a Roma. Lo hanno deciso ieri mattina i sindaci dell'Ato3, riuniti in Provincia dal presidente Giuseppe Rinaldi, facendo propria la proposta del primo cittadino di Antrodoco, Sandro Grassi. La manifestazione di protesta, più volte minacciata ora da una forza politica ora dall'altra, stavolta porta il crisma istituzionale, perché a guidare la marcia davanti ai cancelli del «bunker» dell'Acea saranno i sindaci.

E' la prima, netta risposta politica dell'Ato reatino alla decisione dell'Ato romano di impugnare davanti al Tar la delibera del 17 maggio con cui la Regione provava a mettere ordine tra i due Ato, stabilendo un ristoro di 36 milioni di euro per il pregresso e di 6/8 milioni annui per il futuro per l'acqua reatina pompata a Roma. Ricorso, si è appreso ieri, a cui si è aggiunto anche quello di Acea e con una particolarità.

LA POSIZIONE DI ACEA
«Acea sembra contestare solo l'entità e le modalità del ristoro spiega Rinaldi - Ato2, nella persona della sindaca Raggi, contesta alla base il diritto dell'Ato 3 ad avere un ristoro per l'acqua, ristoro che avremmo utilizzato per una gestione tutta pubblica dell'acqua reatina. E questo politicamente grida vendetta». E infatti gli attivisti 5Stelle da tre giorni tacciono. Nel dicembre 2013 i consiglieri regionali Blasi e Porrello, in una interrogazione al presidente Zingaretti, chiedevano quali azioni intendesse adottare la Regione affinché Acea Ato2 adempisse ai suoi obblighi e saldasse i crediti decennali vantati dai Comuni dell'Ato reatino.

E lunedì i Grilli parlanti di Rieti, rispolverando quell'interrogazione, avevano bollato la delibera regionale come una una bufala, perché ad oggi ancora «inesigibile». Tempo due giorni e ad opporsi con un ricorso pesantissimo a quella delibera è stata direttamente la Raggi, nella sua qualità di rappresentante della Città Metropolitana, l'ex Provincia di Roma. Unanime, ieri mattina, il voto dei sindaci reatini all'ordine del giorno dell'Ato 3 che ribadisce il diritto del territorio ad un equo indennizzo e la necessità di definire una volta per tutte la partita della concessione delle sorgenti Peschiera-Le Capore, l'altro vero, gigantesco tabù della questione acqua.

CITTADUCALE E CASAPROTA
Quest'ordine del giorno è stato votato anche dai sindaci di Cittaducale Ermini e di Casaprota Ratini, pure loro firmatari di un ricorso al Tar contro la delibera regionale ma per ragione diametralmente opposte a quelle di Ato 2. La delibera, infatti, stabilendo un equo indennizzo indistintamente per l'Ato 3, assorbe le convenzioni già in essere tra singoli Comuni e Acea-Ato2, ossia quelle con i Comuni rivieraschi, i più direttamente interessati alla materia.

E' invece passato a maggioranza l'adozione da parte dell'Ato 3 della convenzione che regola l'interferenza d'ambito stabilita della delibera regionale: ad opporsi, oltre a Cittaducale e Casaprota, anche Castel Sant'Angelo e Frasso. Deciso a maggioranza anche la costituzione in giudizio contro i ricorsi di Ato2, Acea e Comuni di Cittaducale e Casaprota, fermo restando che la prima a doversi opporre dovrà essere la Regione.
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