I rumors romani però, stavolta non sono benevoli con i reatini: la riconferma del vice presidente uscente Massimiliano «Ventosa» Smeriglio, leader della lista civica Zingaretti, taglia la strada all’ex sindaco Simone Petrangeli (con 4687 preferenze il più votato nel reatino). In ribasso anche le quotazioni di Fabio Refrigeri de Partito democratico (arrivato a 4.519 voti personali): se mai ci sarà un ripescaggio di un consigliere per la giunta tra le schiere dem non è il suo il nome che si fa.
Rieti d’altronde ha già avuto, nel quinquennio scorso: stavolta toccherebbe a Viterbo e a Latina avere il loro posto al sole. In ogni caso si annuncia una navigazione ricca di incognite, e col presidente Zingaretti con la testa al Nazzareno, nel baillame del Pd.
I QUATTRO REATINI A MONTECITORIO
Oggi intanto prima prova dell’aula, a Montecitorio, per i neo eletti reatini Alessandro Fusacchia (+Europa), Gabriele Lorenzoni (M5S), Paolo Trancassini (Fdi) e per l’ormai veterano Fabio Melilli (Pd). Riprende invece con orgoglio e cocciutaggine la strada di Rieti e del territorio Oreste Pastorelli, «caduto» nella battaglia per il Senato in un collegio romano.
«Non mi sono arreso nel 1994, quando noi socialisti eravamo dipinti come il male assoluto dell’Italia, figuriamoci adesso che c’è veramente bisogno di ripartire dal basso e ricostruire la sinistra», dice a Il Messaggero. La trincea è ancora e sempre la federazione del Partito socialista italiano. Il soldato Oreste non diserta.
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