Piazza Tevere commossa saluta don Giovanni Franchi dopo oltre 50 anni

don Giovanni Franchi con alcuni suo parrocchiani
di Sabrina Vecchi
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Lunedì 27 Novembre 2023, 00:10

RIETI - «C’è stato sempre, nei momenti belli e in quelli brutti». La famiglia Grillo è solo una delle tantissime che hanno voluto ringraziare don Giovanni Franchi, che ieri ha salutato la parrocchia di piazza Tevere dopo oltre cinquant’anni. Era il 26 novembre 1972, il giovane prete si attrezzò per celebrare la prima Messa nel quartiere, in quel garage che fu chiesa per 17 anni, prima di edificare quella attuale, nata con gli aiuti di tanti. E ieri 26 novembre, giorno del suo ottantacinquesimo compleanno, don Giovanni ha salutato tra applausi e lacrime: «Qui ho trovato un ambiente povero ma ricco di amore, abbiamo camminato insieme, perché siete tutti miei figli, miei compagni di viaggio. Insieme abbiamo fatto tanto, lascio questo posto con serenità spirituale, in un miscuglio di sensazioni diverse». Chiesa gremita e occhi pieni di lacrime quando don Giovanni saluta la “sua” piazza Tevere e raccomanda ai parrocchiani di accogliere con cuore aperto don Emmanuele Dell’Uomo D’Arme e don Giovanni Nieborak, che arriveranno domenica prossima: «Accompagnate questi giovani sacerdoti come avete saputo fare con me». 

Il sostegno del don. Andrea Grillo e Gabriella Grasso si sono conosciuti qui, sposati qui.

Qui hanno battezzato i figli Francesco, Miriam e Marta, qui sono venuti a ringraziare: «Ma lo andremo a trovare, è stata una figura talmente importante». Piero Salvi, collaboratore parrocchiale, canta con voce spezzata, Roberto Mattei racconta il dispiacere ma accetta la scelta del cambio, dell’obbedienza: «Il regalo è in lavorazione, non possiamo dirlo, deve essere una sorpresa».

Si intona anche una canzoncina di auguri di compleanno, per questo sacerdote incisivo e caparbio che non si è mai arreso, di fronte alle difficoltà della costruzione della chiesa, del campo sportivo per i ragazzi che crescevano sempre più per il boom economico delle vicine fabbriche: «Era un acquitrino, non sapevamo dove trovare la terra, andai con i jeans in un cantiere, neppure capirono che ero prete finché non tirai fuori il rosario». Ma alla fine tutto si realizzò, e ora don Giovanni lascia quanto fatto perché sia a beneficio delle nuove generazioni: «I figli dei figli di quelli che ho sposato».

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