Piazza Tevere saluta lo storico parroco don Giovanni che va a Campoloniano

Piazza Tevere saluta lo storico parroco don Giovanni che va a Campoloniano
3 Minuti di Lettura
Venerdì 20 Ottobre 2023, 00:10

RIETI - La notizia del prossimo approdo di don Giovanni Franchi alla chiesa di San Giovanni Battista, nel quartiere di Campoloniano, fa parte delle nuove nomine annunciate dal vescovo di Rieti Vito Piccinonna il 30 settembre scorso, al termine dell’assemblea diocesana riunitasi a Contigliano. E pochi giorni dopo, il 7 ottobre, è stato lo stesso don Franchi ad annunciare ai fedeli di piazza Tevere il suo nuovo incarico di formazione dei diaconi permanenti, andando a dare una mano alla parrocchia di San Giovanni Battista, affiancato anche dal nuovo arrivo del viceparroco don Vincenzo Ianniciello. Alla guida di San Francesco Nuovo di piazza Tevere – dove don Giovanni è stato parroco per cinquantun anni – arriveranno invece don Emmanuele Dell’Uomo D’Arme e don Giovanni Nieborak che lasciano, rispettivamente, le parrocchie di Santa Rufina e Borgo Velino

La figura. Apparentemente, un normale giro di nomine disposto dalla Curia reatina, ma per piazza Tevere la svolta è invece a dir poco epocale. Perché se ad oggi il tessuto religioso del quartiere è fra i più saldi della città e se la chiesa di San Francesco Nuovo ha la sua bella sede circondata dal verde in piazza Lago di Ventina, tutto è unicamente merito di don Giovanni.

Tuttavia, ad 84 anni da compiere il prossimo 11 novembre e fedele al riserbo che lo contraddistingue – una risorsa preziosa, nel crocevia di confessioni e richieste di sostegno che cercano speranza fra i corridoi e le stanze di San Francesco Nuovo - don Franchi il nuovo incarico lo ha accolto nel solco della sua fede incrollabile, giudicandolo come una nuova parte del percorso disegnato per lui da Dio.

Resta però innegabile che con questa nuova nomina piazza Tevere conclude il suo primo – e mai più replicabile - capitolo nella storia della Chiesa reatina. 

L’azione. Prima che nel 1972 don Giovanni approdasse a piazza Tevere, di che pasta era fatto si era infatti subito notato nel quartiere di Regina Pacis dove don Franchi, originario di Borgorose, giunse nel 1966 come viceparroco, affiancando don Carlo Braconi e aiutando i giovanissimi a dare vita al campetto esterno dell’oratorio che, oltre cinquant’anni dopo, è ancora lì a favore dei nuovi nati del quartiere. Da lì, don Giovanni fu assegnato a piazza Tevere, ma non certo nell’attuale chiesa, al cui posto sorgeva una poco salubre palude: all’epoca, il quartiere era quasi tutta aperta campagna e così don Franchi lo spazio per l’azione pastorale se lo inventò dentro a tre garage presi in affitto, accorpandone gli ambienti all’interno del palazzo che oggi, in piazza Tevere, è in attesa di essere demolito a causa dei danni del sisma. E non fu certo una questione di qualche mese, perché l’unica sede di culto del quartiere durò fino al 1992, quando i fondi della Cei consentirono di realizzare San Francesco Nuovo, adornata da don Giovanni con il parco circostante e – guarda caso, anche qui – con un campo da calcetto. 

La vita religiosa. Questa la sintesi: nel mezzo, c’è infatti la vita religiosa e civile di un quartiere che don Giovanni ha forgiato unicamente da sé, insieme all’aiuto dei parrocchiani più volenterosi. Fino ad oggi, piazza Tevere lo ha sempre ringraziato con il suo «Andiamo a messa da don Giovanni» anziché con un più semplice «Andiamo a messa»: ora entrambi, il quartiere e don Giovanni, iniziano una nuova parte del loro percorso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA