«La Due Mari non passerà sul terreno dove abito»: non fa entrare i tecnici per il carotaggio. Prime proteste contro il tracciato della ferrovia

L'area dove è stato negata la possibilità del carotaggio dei terreni nei quali dovrebbe passare il tracciato della Due Mari
di Raffaella Di Claudio
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Martedì 12 Settembre 2023, 00:19

RIETI - Nel 2006 era già in prima fila, insieme a un comitato civico spontaneo ma allora ben organizzato, e 17 anni dopo, Tommaso Paparusso è ancora lì, a Grottaglie (nelle campagne di Passo Corese), dove ha scelto di vivere tanto tempo fa, a difendere la sua casa e il suo territorio. 
«Oggi, però, - esordisce il cittadino – lo faccio a titolo personale, perché attualmente non c’è un movimento organizzato di cittadini in grado di perorare questa causa». Paparusso è uno dei residenti che, se il tracciato della ferrovia dei Due mari resterà così come concepito quasi 20 anni fa, si troverà nel bel mezzo di un’opera considerata dai più (e per ammissione dell’assessore Giacomo Corradini anche dall’amministrazione comunale di Fara Sabina) troppo impattante per il territorio farense. Dopo anni di stasi, all’inizio dell’estate sono riprese le attività per studiare la fattibilità della ferrovia che dovrebbe collegare Roma a San Benedetto del Tronto, passando per 14 chilometri, all’interno del secondo comune della provincia. 

Il rischio concreto. Secondo il progetto originario e ancora in essere, il treno attraverserebbe l’abitato di Canneto (zona Carlo Linneo), passando poi sotto Montegrottone, salendo ancora per Coltodino (zona Santa Maria dei Santi), proseguendo verso Fonteluna, continuando quindi verso Grotte di Torri e Stallone e alla fine scendendo verso sud a Grottaglie, via dei Cavalli, per arrivare a collegarsi ai binari esistenti lungo la 313 Ternana. «Il 19 luglio alle ore 10.30 – racconta Paparusso – due tecnici di Tecno In SpA Geosolutions incaricati da Italferr (società d’ingegneria del gruppo Ferrovie dello Stato italiane) hanno suonato al mio cancello chiedendomi la possibilità di entrare per effettuare dei carotaggi nel mio terreno.

Erano presenti mia figlia e un’altra persona e mi sono rifiutato di farli entrare. I due mi hanno quindi detto che avrebbero mandato una mail per comunicare formalmente l’esigenza di effettuare questi sondaggi, ma ad oggi io non ho ricevuto nulla e, da quel giorno, i tecnici non sono più tornati».

La denuncia. Nel frattempo, il cittadino, oltre ad aver informalmente incontrato alcuni rappresentanti del Comune insieme ad altre persone, ha inviato una pec all’Ente per denunciare la situazione che, dopo 17 anni, si trova nuovamente a vivere ed invitare l’Ente a ritenersi responsabile. 
«Oltre a ciò – prosegue Paparusso – ho intrapreso anche altre iniziative, nelle sedi deputate, per tutelare gli interessi miei e della mia famiglia e difendere un territorio che un’opera del genere devasterebbe. Quello che in molti non comprendono, infatti, è che basterà l’installazione dei cantieri previsti per realizzazioni di questa portata a rendere invivibili tutte le frazioni del comune dove è previsto il passaggio del tracciato». Il signor Tommaso, dunque, procede sulla strada della difesa della sua quotidianità e della qualità di una vita che ha scelto di vivere nelle campagne sabine e il passaggio della ferrovia, a suo avviso, cancellerebbe.

L'appello. «Ma soli, i cittadini non vanno da nessuna parte – sottolinea – Se l’assessore Giacomo Corradini e l’amministrazione comunale di Fara Sabina sono realmente contrari a questo tracciato, come hanno dichiarato, lo dimostrino con i fatti, mettendo l’istituzione al centro di un movimento che coinvolga e raccordi i cittadini al fine di scongiurare lo scempio del territorio e porsi concretamente a difesa dei diritti dei residenti». 

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