Blitz nel boschetto della droga, minaccia carabiniere con il machete

Blitz nel boschetto della droga, minaccia carabiniere con il machete
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Lunedì 25 Marzo 2024, 00:10

RIETI - Nuovo blitz in uno dei boschetti della droga da parte dei carabinieri, respinti a colpi di machete. Operazione antidroga dei militari dell’Arma in una località di Capradosso di Petrella Salto, nelle radure limitrofe a un’azienda agricola, dove è avvenuto l’accerchiamento di più soggetti extracomunitari di cui uno posto in stato di arresto. Sotto sequestro quantitativi di droga destinata all’attività di spaccio. 

L'operazione. Un raid effettuato con più pattuglie e numerose unità che, in particolare per uno dei militari, avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche a causa dell’improvvisa reazione di un giovane marocchino che ha aggredito un carabiniere. Il ragazzo, poco più che 20enne - in fuga e accerchiato dai militari - quando si è visto raggiunto e ormai prossimo alla cattura, ha estratto un machete con il quale ha aggredito un militare. Il marocchino si è scagliato contro l’inseguitore indirizzandogli l’affondo di alcuni fendenti che, fortunatamente, non sono andati a segno. Subito dopo è stato bloccato e arrestato mentre almeno altri due complici sono riusciti a dileguarsi facendo perdere le tracce tra la vegetazione circostante. 

L'accerchiamento. Il blitz antidroga è stato effettuato nel pomeriggio di sabato con un dispiegamento di uomini e mezzi decisamente insolito per quei luoghi. Anche ai confini del Cicolano i magrebini erano arrivati a colonizzare le aree di spaccio, spostandosi agevolmente da un sito all’altro con estrema rapidità. Nella giornata di sabato i pusher, dopo probabilmente avere avuto il sentore delle ricerche da parte dei carabinieri, si sono spostati tentando di allontanarsi ma sono stati sorpresi e raggiunti in un’area dove uno di essi è stato acciuffato non senza rischi.

Indagini che ora - con l’arresto in flagranza del 20enne marocchino - proseguiranno per fare luce sulla rete dei contatti intrattenuti dai pusher e la loro attività “boschiva” di spaccio. 

Il risultato. Un risultato di grande rilievo operativo per il comando provinciale di Rieti per le evidenti e oggettive difficoltà che si riscontrano in questo tipo di operazioni per via della concomitanza di più fattori che, da una parte facilitano l’attività criminale dei magrebini, dall’altra riservano rilevanti ostacoli alle forze dell’ordine. C’è prima di tutto da fare i conti con luoghi solitamente impervi e non facilmente accessibili, difficoltà nel rinvenire e sequestrate denaro e sostanze stupefacenti spesso occultati anche a distanza dai luoghi di bivacc, sotto pietre o all’interno delle cavità degli alberi per non contare l’estrema mobilità degli spacciatori e la loro rapidità e destrezza durante la fuga nei boschi, agevolati dalla loro giovane età e dalla conoscenza dei luoghi. Inoltre, altra circostanza non di poco conto, la posizione predominante e con ampia visuale di cui possono godere spesso dalla sommità di colline e rilievi in cui sono allestiti i siti di bivacco, così da poter vedere da lontano l’eventuale presenza di auto o persone sospette.

Le difficoltà. Tutte circostanze che rendono molto difficoltose le operazioni sia di avvicinamento che di accerchiamento che necessiterebbero, tra l’altro, di numerose unità. 
Sommessamente ventilata come mera ipotesi ma in realtà probabilmente l’unica reale soluzione, l’impiego di cani addestrati antisommossa capaci di individuare, inseguire e bloccare l’obiettivo: probabilmente l’unico modo per aggirare queste evidenti ostacoli notevolmente limitanti per gli investigatori. Da tempo, il proliferare di boschetti della droga, sta creando un cero allarme sociale soprattutto tra i residenti nelle aree limitrofe.

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