Una maxi-squalifica per Attilio Gregori. Il tecnico del Monterotondo 1935, capolista del girone B di Prima categoria, è stato fermato per ben dieci turni dal giudice sportivo che, riprendendo il referto arbitrale del match di domenica scorsa giocato a Forano sul campo dell'Accademia Calcio Sabina, ha motivato così il provvedimento: «Allontanato per aver proferito espressione blasfema, il tecnico al termine della gara rientrava sul terreno di gioco e rivolgeva ad un calciatore di colore della squadra avversaria espressione gravemente offensiva per motivi di razza provocando una situazione di tensione».
Attilio Gregori, gli insulti razzisti
Da qualche anno le sanzioni per questo genere di episodi sono inasprite e così ecco spiegati i dieci turni di stop per un personaggio importante del mondo del calcio: Gregori da atleta ha collezionato tantissime presenze tra i professionisti uscendo dal settore giovanile della Roma e poi costruendo importanti anni di carriera (tra le altre) tra Genova, Verona, Udinese e Venezia, mentre da allenatore ha avuto esperienze di spessore tra Eccellenza e serie D sulle panchine di Lupa Frascati, Ostiamare, Viterbese e Monterotondo Scalo prima di tornare nella città eretina la scorsa estate sposando il progetto del Monterotondo 1935 in Prima categoria.
Cosa è successo
A quel punto avviene l'episodio incriminato: l'allenatore del Monterotondo rientra in campo per festeggiare la vittoria coi suoi ragazzi e "incrocia" William Bekaj, un venticinquenne esterno di centrocampo di origini africane che ormai da tempo vive a Forano. Lì, evidentemente, vola qualche parola fuori posto e a quel punto si crea un capannello attorno all'allenatore e allo stesso ragazzo dell'Accademia Calcio Sabina, "sedato" dopo qualche minuto. «Gregori non doveva essere in campo in quel momento o comunque avrebbe potuto semplicemente pensare ad esultare coi suoi ragazzi dice Simone Scaricamazza, allenatore dell'Accademia Calcio Sabina Conosco bene William che tra l'altro abita vicino al sottoscritto e da quattro anni è con me nel mondo del calcio: è un ragazzo molto tranquillo e non è certamente un provocatore. Se è rimasto scosso dopo l'episodio? No, sa bene che queste cose possono accadere, anche se danno molto fastidio. In ogni caso ad oggi non ci è arrivata nessuna telefonata di scuse da parte del Monterotondo 1935 e questo un po' dispiace».