Ora, a distanza di quasi cinque anni, la magistratura ha imputato del reato di omicidio colposo l’anestesista romana Vincenza Spagnoli. Già comparsa davanti al pubblico ministero Gianluca Mazzei e al giudice della VII sezione penale del tribunale di piazzale Clodio, è accusata di imperizia e negligenza nello svolgimento delle sue mansioni. La vicenda ha inizio nel dicembre del 2009, quando Alessandra Rauco rimane coinvolta in un incidente stradale senza gravi conseguenze.
La ragazza, cade dal suo motorino e quando si rialza si reca al pronto soccorso più vicino. Avverte dolore al setto nasale, tanto che i sanitari decidono di intervenire per ridurre la frattura del naso. A inizio dicembre entra in sala operatoria. Ma quando la Spagnoli le somministra l’anestesia, la giovane sprofonda in un sonno dal quale non si sveglierà più. Morirà il 31 dicembre.
Durante l’operazione, gli apparecchi segnalano che qualcosa sta andando storto, ma l’imputata non dimostra la necessaria reattività nell’intervenire. L’ossigeno che arriva al cervello di Alessandra è troppo poco e nel giro di qualche minuto entra in uno stato di ipossia cerebrale.
Un calvario che, al termine di tre settimane di coma, la porterà al decesso per insufficienza cardiorespiratoria.
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