Pedofilia, la svolta dei vescovi francesi: ora la denuncia è immediata

Pedofilia, la svolta dei vescovi francesi: ora la denuncia è immediata
di Franca Giansoldati
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Martedì 19 Aprile 2016, 11:41 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 16:06
Città del Vaticano -  I panni sporchi i vescovi francesi non li lavano più in casa. Sembrano lontani anni luce i tempi in cui un cardinale di curia, Castrillon Hoyos, invocando il segreto della confessione, scriveva a un vescovo francese per complimentarsi con lui per non avere denunciato all'autorità civile un prete pedofilo (“lei ha agito bene e mi felicito di avere un confratello nell'episcopato che, agli occhi della storia, avrà preferito la prigione piuttosto che denunciare un suo figlio-prete”).
Il cambiamento di rotta è maturato in questi mesi sotto la spinta dell'opinione pubblica, dei nuovi orientamenti vaticani e delle polemiche violentissime che hanno squassato la Chiesa d'Oltralpe per il coinvolgimento del cardinale Barbarin, accusato di essere stato palesemente omertoso nei confronti di un prete orco. Alla nuova linea trasparente – i panni sporchi non si lavano più in casa – si è adeguato il vescovo d'Orleans, monsignor Jacques Blanquart che ha convocato una conferenza stampa, facendo sapere ai giornalisti di essersi mosso con urgenza davanti ad un caso di abuso, denunciando immediatamente il parroco responsabile dei reati e ritirandolo dalla vita ecclesiale.
Un caso, anche questo, che era noto. I vescovi che lo avevano preceduto si erano limitati a non lasciarlo più a contatto con i minori. “Il prete è accusato di otto o nove casi di molestie sui minori in una decina d'anni”. Le parole di Blanquart sono state riportate con grande enfasi sulla stampa francese. “Sono stato contattato nel 2013 da una vittima, ho fatto le verifiche e ho appurato che erano vere”. E' chiaro, ha riconosciuto, “che avremmo dovuto accelerare questi interventi”. La diocesi d'Orleans proprio per aiutare eventuali altre vittime ad uscire allo scoperto, ha istituito un ufficio preposto all'ascolto, composto da psicologi e altri medici, in grado di accompagnare e sostenere eventuali altre vittime. In Italia, contrariamente alla Francia, prevale ancora il principio che di fronte a eventuali casi di preti pedofili è bene non creare troppo scandalo tra i fedeli. I panni in Italia si lavano ancora in casa. Persino le statistiche su quanti sono i preti pedofili finora arrestati o ridotti allo stato laicale dai tribunali vaticani mancano. Così come sono carenti le statistiche: quanti sono gli orchi, chi sono, da dove vengono, e soprattutto se potevano essere fermati prima.
Le risposte che sono state fornite in questi anni ai giornalisti sono sempre state vaghe: “circa un centinaio, nell'arco di decenni”.
E' chiaro che sul tema della pedofilia il Vaticano e la Cei forse non parlano la stessa lingua. L'organismo che ha istituito Papa Francesco, presieduto dal cardinale Omalley, il cappuccino che ha rimesso in piedi la diocesi di Boston dopo la debacle sugli abusi degli anni Novanta, ha raccomandato l'obbligo di denuncia alle autorità civili. O’Malley si è raccomandato: “abbiamo tutti la responsabilità morale ed etica di denunciare gli abusi presunti alle autorità civili che hanno il compito di proteggere la nostra società”. Su questo punto si registra la divergenza.
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