Il Papa sul lavoro: no alle raccomandazioni. Disoccupati sono i nuovi esclusi del nostro tempo

Papa Francesco
di Franca Giansoldati
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Sabato 16 Gennaio 2016, 13:57 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 11:21

CITTA' DEL VATICANO - Onestà. La parola sgorga dal cuore più e più volte. Bergoglio affronta compiutamente il tema del lavoro con i lavoratori cattolici di Mcl. Basta con le raccomandazioni, i favoritismi, le scorciatoie, il precariato, i ricatti morali. Basta anche con un lavoro che disumanizza, toglie spazio alla famiglia, alla dignità dell'essere umano. Orari sempre più lunghi, salari sempre più bassi.

L'aula Paolo VI è talmente piena che tante persone (arrivate da diverse parti del mondo) sono costrette ad ascoltare da fuori, attraverso i microfoni. Nel mondo del lavoro
«è urgente educare a percorrere la strada, luminosa e impegnativa, dell’onestà, fuggendo le scorciatoie dei favoritismi e delle raccomandazioni». Vanno «respinte» quelle «tentazioni, piccole o grandi», certe «compravendite morali, indegne dell’uomo». Bisogna «abituare il cuore a rimanere libero. Altrimenti ingenerano una mentalità falsa e nociva, che va combattuta: quella dell’illegalità, che porta alla corruzione della persona e della società».

Il Papa arriva all'appuntamento un po' in ritardo (
«Vi chiedo scusa abbiate pazienza ma le udienze si sono allungate…»), accolto da bandierine azzurre con il logo del movimento. Al Movimento Cristiano Lavoratori affida tre compiti: educare a dare il meglio; a formare un nuovo umanesimo sul lavoro dove l’uomo, e non il profitto, sia al centro; dove l’economia serva l’uomo e non viceversa.

La seconda parola è “condivisione”, perché
«il lavoro dovrebbe unire le persone, non allontanarle, rendendole chiuse e distanti. Occupando tante ore nella giornata, ci offre anche l’occasione per condividere il quotidiano, per interessarci di chi ci sta accanto, per ricevere come un dono e come una responsabilità la presenza degli altri». Il terzo punto è quello della disoccupazione: sono «i nuovi esclusi del nostro tempo».

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