Il metro per capire il grado di profondità della propria fede è questo. La riflessione è spuntata stamattina alla messa mattutina a Santa Marta, davanti ad un gruppo di fedeli ai quali Francesco si era raccomandato di stare attenti “a non diventare cristiani tiepidi, comodi o dell’apparenza”. Così ha sottolineato che i cristiani devono sempre rispondere alla chiamata di Gesù, alla conversione, altrimenti da peccatori diventano corrotti. “Convertirsi è una grazia, è una visita di Dio”.
L'occasione per parlare di questo tema è stato un passo dell’Apocalisse di Giovanni e l’incontro di Gesù con Zaccheo, il ricco pubblicano corrotto che finisce per convertirsi. Ciò che il Papa non vuole è vedere i cristiani all'acqua di rose che vivono nella “spiritualità della comodità”. E che pensano: “faccio le cose come posso, ma sono in pace e che nessuno venga a disturbarmi con cose strane. Magari vanno pure a Messa le domeniche, pregano spesso e pensano che lì si esauriscano i compiti del cristiano. Ma queste persone sono quelle che vivono delle apparenze, i cristiani delle apparenze. Questi si credono vivi ma sono morti”.
E allora? Cosa fare per cambiare rotta? Il segnale più evidente, ha detto Bergoglio, è quando un cristiano mette mano al portafoglio per aiutare chi ha bisogno. “Quando la conversione arriva alle tasche, allora è sicura. Cristiani di cuore? Sì, tutti. Cristiani di anima? Tutti. Ma, cristiani di tasche, pochi, eh! Pochi. Ma, la conversione è questa. Come Zaccheo il pubblicano ricco e corrotto convertito”. E ha iniziato una vita nuova.