Roma, la festa e le lacrime di Virginia: «È una nuova era, sono pronta»

Roma, la festa e le lacrime di Virginia: «È una nuova era, sono pronta»
di Simone Canettieri
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Lunedì 20 Giugno 2016, 07:21 - Ultimo aggiornamento: 14:38

Entra in sala stampa solo dopo il via libera della digos, l'una di notte è passata da un po', l'adrenalina no. Virginia Raggi, neo sindaco di Roma, si accomoda dietro al tavolo. E' sola. Alle spalle ha una gigantografia di un tramonto di Roma (o forse è un'alba). Parla sette minuti tutto di un fiato, senza accettare domande. «Sarò il sindaco di tutti dice - dopo venti anni riporteremo la legalità e trasparenza, con noi si apre una nuova era».

 

 


IL PRIMO PENSIERO
Il primo pensiero di questa vittoria «storica» va a Beppe Grillo, che intanto si sta sbracciando dal suo hotel vista Fori in segno di vittoria, e a Gianroberto Casaleggio, che non c'è più da qualche mese, ma qui al comitato, in compenso è arrivato da Milano il figlio, Davide, con il quale Virginia si è lasciata sfuggire un abbraccio tra le lacrime lontano da tutti.

Le prime parole della Raggi sono ecumeniche ma allo stesso tempo abbastanza dure. Dice con una voce rotta dall'emozione: «Voglio mettere un punto sui toni aspri e sui vili attacchi che ho ricevuto in questa campagna elettorale. Da domani mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il buon senso di rimettere al centro gli obiettivi dei romani. Sarò il sindaco di tutti». Finale: «Io sono pronta a governare», assicura.

L'EUFORIA
Pochi concetti, prima di lasciare la sala stampa dell'hotel e ritornare nel quartier generale grillino, qui davanti, dove ad attenderla ci sono i parlamentari euforici del M5S. Da Alessandro Di Battista a Luigi Di Maio, passando per Paola Taverna e Roberta Lombardi. I primi a presentarsi davanti alle telecamere per commentare «l'avviso di sfratto al governo Renzi».

IL DISCORSO
Raggi nel suo discorso non parla di politiche e beghe nazionali, non fa cenno nemmeno alle polemiche delle ultime ore («I vili attacchi»). Niente. In pantaloni neri e camicia bianca (così come in giornata si era presentata al seggio) ha voluto solo rivendicare il successo senza mai nominare lo sfidante Roberto Giachetti. A questo ci hanno pensato, però, gli attivisti e simpatizzanti arrivati fin qui. Un centinaio con le bandiere del M5S, ma anche con quelle dell'Italia. I primi a urlare, intorno alle 23, quando lo schermo proiettato su un palazzo ha diffuso i primi dati del cappotto. E quindi subito ecco i cori «onestà, onestà» e «chi non salta un piddino è».
 


L'ATTESA
Un successo atteso e cullato durante questi ultimi quindici giorni. «Un cambiamento che dobbiamo al M5S», ha rimarcato Raggi, che da oggi inizierà a completare il complicato puzzle della giunta: gli assessori annunciati sono 4, ne mancano altri 5.

Non si vedono tanti consiglieri comunali al quartiere generale, anche perché la falange grillina (29) è ancora, per poco, ignota. C'è l'immancabile Daniele Frongia, che in molti danno come possibile vicesindaco. La festa ha la coda lunga e durerà nella notte in un parco a due passi da Piramide, Parco Schuster. Si brinda per tutto: per Roma e per Torino, ma anche per i municipi portati a casa (12 su 14, il Pd vince solo in centro e ai Parioli).

I NUMERI
Una domenica particolare per il primo sindaco donna della Capitale dove privato e politico si sono mischiati senza troppi problemi. A elezione messa in tasca Andrea Severini, il marito ha scritto un articolo sul suo blog per complimentarsi con Virginia, sottolineando il «momento difficile» e il fatto che «mi manchi». Sono i numeri a fare impressione in questa cavalcata: la prima sindaco donna della Capitale, ab urbe condita, porta a casa in termini assoluti 765 mila voti, centomila in più rispetto all'elezione di Marino nel 2013. Un'era fa, appunto.

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