Verdini: «In maggioranza per tutta la legislatura. Io e Renzi due tipi alla Monicelli»

Verdini: «In maggioranza per tutta la legislatura. Io e Renzi due tipi alla Monicelli»
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Lunedì 29 Febbraio 2016, 21:29 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 17:33
«Da qui a fine legislatura non ci tireremo in dietro. Non avendo fatto trattative, siamo liberi, non abbiamo chiesto ministri sottosegretari». Lo afferma il leader di Ala Denis Verdini a Porta a Porta, in onda questa sera su Raiuno, a chi gli chiede se il suo gruppo voterà nuovamente la fiducia dopo il voto sulle unioni civili. Voto che «è stato importante, ponderato, avvenuto su legge di civiltà», ribadisce Verdini.

Quello sulle unioni civili è un voto «che ci compromette» e, in teoria, «significherebbe entrare in maggioranza», spiega Verdini sottolineando: «Da qui fino alla fine della legislatura non ci tireremo indietro». Ma precisando allo stesso tempo come, tuttavia, «non ci sia stata alcuna trattativa». Per Verdini, quindi, i futuri sì alla fiducia saranno frutto di una «coerenza» e non «è una cosa così sporca e ipocrita come qualcuno vorrebbe delineare». Quello di votare con la maggioranza «non è un atto di generosità, ma un atto di convincimento contro tutta questa melassa che viene dipinta attorno a noi», insiste Verdini ricordando come quella attuale, sin dall'accordo tra Pd e Pdl con il governo Letta, sia «una legislatura costituente».

«Io e Renzi siamo legati dalla fiorentinità. Siamo franchi, diretti, siamo un po' alla Monicelli...», aggiunge poi Verdini raccontando lo stretto rapporto di amicizia che lo lega al premier Matteo Renzi.

Il senatore di Ala riconosce quindi  Renzi di essere un «premier giovane che da solo ha conquistato il Pd alla presidenza del Consiglio. E a differenza di altri» del suo partito, Renzi «è pragmatico».

«No, non è così» ma «è inevitabile questo percorso», continua Verdini rispondendo a chi gli chiede se stia lavorando ad un'unione con gli altri movimenti di centro, come Ncd di Angelino Alfano, Scelta Civica o i tosiani. E, allo stesso tempo, aggiunge, «anticiparlo e precipitarlo è un errore, non verrebbe compreso». «Questo centro spezzettato crea confusione agli elettori, dobbiamo dargli una riordinata ma non bisogna anticipare i tempi in politica», spiega ancora Verdini.

«Non c'è nessun accordo tra me e Berlusconi» sulla mia uscita da Fi, sono «pettegolezzi». Ma «c'è un grandissimo rispetto», sottolinea poi il leader di Ala.

«La cosa che io sia massone mi perseguita. Non è vero, se lo fossi lo direi», dice ancora Verdini. «Dicono che sono macellaio così come lo era mio padre...non è vero. Chiedo ai giornalisti di informarsi. Altrimenti dirò che sono iscritto all'ordine dei beccai...», scherza il senatore di Ala facendo ferimento all'antico nome fiorentino dei macellai.

Se sono preoccupato dei 5 processi in cui sono coinvolto? «Sono preoccupatissimo, mi hanno piombato le ali»: ad esempio, anche se volessi «non potrei andare al governo», afferma infine Verdini, sottolineando come «mediaticamente, i processi me li fanno un giorno sì e un giorno no. Faccio un appello alla stampa: dopo aver scritto quintali di pagine sulle accuse il primo atteggiamento di correttezza sarebbe mettere un giornalista ad ascoltare la difesa».


 
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