Sicilia, Crocetta vara la nuova giunta. Bufera nel Pd, rinviata la direzione

Sicilia, Crocetta vara la nuova giunta. Bufera nel Pd, rinviata la direzione
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Martedì 8 Aprile 2014, 10:39 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 14:26
Alta tensione nel Pd siciliano dopo il varo della nuova giunta regionale di Rosario Crocetta. La direzione regionale del partito, che si sarebbe dovuta riunire nel pomeriggio a Palermo, è stata rinviata e nel partito i "cuperliani" sono inferociti per lo strappo del governatore.



Il segretario siciliano, il cuperliano Fausto Raciti, non ha dato la copertura politica all'operazione tant'è che è saltato l'ingresso in giunta di un assessore di area. I cuperliani potrebbero portare la questione alla direzione nazionale di domani a Roma, nel mirino c'è il renziano Davide Faraone che avrebbe spinto Crocetta ad accelerare la formazione della nuova squadra dopo quasi due mesi di trattative che hanno paralizzato la Regione e l'Assemblea siciliana.



Fra le novità della giunta Crocetta-bis ci sono l'avvocato Giuseppe Bruno, Roberto Agnello, al Bilancio e Salvatore Calleri, nato a Catania ma residente a Firenze da molti anni, presidente della Fondazione Caponnetto, che va all'Energia prendendeo il posto dell'ex pm Nicolò Marino. Le altre novità sono il presidente di Federalberghi Nico Torrisi, in quota Udc, Antonio Fiumefreddo professore della Link University di Roma e un avvocato di Siracusa, Paolo Ezechia Reale. Confermati Lucia Borsellino, Linda Vancheri, Nelli Scilabra, Maria Rita Sgarlata, Patrizia Valenti e Michela Stancheris.



«Si tratta di professionisti di grande valore, di uomini che scelgono di combattere per liberare la Sicilia e favorire il suo processo rinascita economica e sociale», ha detto Crocetta, subito dopo il varo della nuova giunta. «Da questo momento - ha aggiunto Crocetta - le deleghe sono politicamente azzerate, verranno discusse insieme ai partiti sulla base dell'utilizzo ottimale delle loro competenze e professionalità. La mia non è una decisione autoreferenziale, ma vuole essere in sintonia con la società, la politica e i partiti che spero non creino più ulteriori spettacoli perché la Sicilia ha bisogno di decisioni e anche in tempi rapidi».



Proprio ieri sera, mentre Crocetta stava per chiudere la nuova giunta, il segretario regionale del Pd ha tentato in extremis di evitare lo strappo diramando una nota con la quale sollecitava il governatore a fermarsi ed aspettare l'indicazione dei nomi da parte del partito, che avrebbe discusso la proposta nella direzione regionale di oggi. Ma Crocetta è stato irremovibile e dopo una lunga giornata di tensioni, scandita dal rinvio del vertice di maggioranza, dalle proteste delle parti sociali che hanno invocato lo sblocco della situazione di stallo e poi da febbrili riunioni informali e colloqui sull'asse Palermo-Roma il governatore in serata ha rotto gli indugi riunendo i suoi fedelissimi per varare la nuova giunta.



Un'accelerazione inaspettata che ha provocato una bufera nel Pd siciliano, mentre l'Udc, l'altra gamba della coalizione originaria, nel pomeriggio aveva minacciato di togliere il sostegno al governo se la giunta non fosse stata definita nell'arco di 48 ore.



Sulle barricate ci sono soprattutto i cuperliani, col segretario siciliano spiazzato dalla mossa del governatore. Ma Crocetta pur tentando fino all'ultimo la mediazione s'è mostrato irremovibile, forte, a quanto pare, della copertura di un pezzo del partito romano, rappresentato da Faraone, delegato dal premier a occuparsi della crisi politica nell'isola.



«Faraone mi ha chiesto di fare presto - ha detto Crocetta -. Aspettare ancora significava sgretolare il tessuto sociale della Sicilia e incancrenire lo scontro tra i partiti». E ha aggiunto: «Dopo l'invito pressante della società, delle imprese e dei sindacati non potevo più rimanere nella situazione di stallo che si era creata dopo due mesi di discussioni con i partiti, la Regione rischiava di sprofondare nelle sabbie mobili, sfidando la collera dei poveri».



«Sono un dirigente del Pd e sono stato eletto presidente della Regione per governare - ha proseguito Crocetta -. Ho tentato in tutti i modi di avere attorno a me tutte le anime del partito, ma qualcuno va dietro a vecchi metodi non rendendosi conto della gravità della situazione». Perché «io rispetto il segretario del mio partito che ho contribuito a eleggere e in ogni caso il modo migliore per difenderlo è questo».



In una nota, Crocetta ha poi affermato: «Dopo l'invito delle parti sociali, della società, data la necessità di dare impulso alle riforme e ricomporre un largo quadro di alleanze, fedele al quadro politico originario, con l'obiettivo di chiudere velocemente la questione che ormai si prolungava da troppo tempo, confermando la stima nei confronti del mio partito e ribadendo di essere un dirigente del Partito Democratico, su impulso del componente della segreteria nazionale, Davide Faraone; sentiti tutti i partiti, ho colto le esigenze programmatiche che vengono dalla società, dai lavoratori, dal mondo degli imprenditori, guardando prima di ogni cosa ai giovani, ai disoccupati, ai deboli che rischiano di essere schiacciati dalla crisi».



Quindi Crocetta ha sottolineato di avere definito la nuova squadra «al fine di dare ulteriore slancio a un forte programma di solidarietà sociale, di lavoro, di sviluppo, di lotta alla corruzione, alla mafia e agli sprechi, consapevole del difficile momento, registrando persino una sofferenza di una parte del mio partito nei confronti del quale mi sono posto con umiltà e persino con semplicità, senza ricevere alcuna apertura, non rinunciando mai a ricomporre le questioni insolute».