Salvini attacca Mattarella per una frase sulle frontiere. Ma lui si riferiva all'export del vino

Matteo Salvini
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Domenica 10 Aprile 2016, 15:16 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 11:11

«Mattarella al Vinitaly: "Il destino dell'Italia è legato al superamento delle frontiere e non al loro ripristino". Come a dire avanti tutti, in Italia può entrare chiunque... Se lo ha detto da sobrio, un solo commento: complice e venduto». Così su Facebook Matteo Salvini, segretario del Lega Nord, attacca il Presidente della Repubblica sollevando l'ennesima bufera. «La mia non è una frase contro Mattarella io difendo il diritto dell'Italia e degli italiani. Il presidente non può invitare i clandestini di tutto il mondo a venire in Italia», ha poi spiegato a margine di un comizio a Porto Recanati.

Una precisazione d'obbligo, visto che le parole del Capo dello Stato, erano riferite all'export del vino e non direttamente ai migranti. Mattarella ha manifestato soddisfazione per il successo delle esportazioni del vino italiano
«I numeri - ha detto ospite di Vinitaly -  ne sono testimonianza. Conferma di come il destino dell'Italia sia legato al superamento delle frontiere e non al loro ripristino».

«Quelle di Salvini su Mattarella sono parole di un eversore che detesta l'Europa e non ama l'Italia», tuona il presidente dei senatori del PD Luigi Zanda. E sempre dal Pd, Matteo Colaninno commenta: «Le offese rivolte da Matteo Salvini al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sono vergognose e inaccettabili e vanno condannate con fermezza: non si possono utilizzare espressioni che si configurano come vilipendio. Se Salvini è ossessionato dalle sue idee xenofobe in materia di immigrazione se le tenga per sè e non si permetta di scrivere insulti e falsità. Il capo dello Stato, che anche oggi ha fatto un'analisi lucida e responsabile sul tema dei migranti, ha la totale fiducia degli italiani e merita rispetto. Al presidente Mattarella va la mia solidarietà per questo vile attacco subito».

Critiche anche dal centrodestra: «Salvini ci stupisce sempre di più per la sua 'impeccabile' cultura istituzionale. Le sue osservazioni al Capo dello Stato sono 'corrette', segno di una 'profonda cultura giuridica' e di una 'grande capacità di dialogo'. Evidentemente al peggio non c'è mai limite», dice Fabrizio Cicchitto, di Area popolare.

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