Salva Roma, il piano di rientro a tappe forzate: ecco i vincoli del governo al Campidoglio

Salva Roma, il piano di rientro a tappe forzate: ecco i vincoli del governo al Campidoglio
di Andrea Bassi
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Venerdì 28 Febbraio 2014, 08:27
Matteo Renzi ha deciso. Salver Roma, ma stavolta non sar gratis. Il Campidoglio dovr accettare un piano di rientro.

Il Campidoglio riceverà gli aiuti necessari a far quadrare i conti, anche quelli del 2014, ma dovrà accettare un piano di rientro stringente con vincoli che dovranno essere negoziati ad un tavolo al quale oltre al Comune di Roma e alla gestione Commissariale, si siederà anche il ministero dell’Economia. Una misura che era già stata decisa durante l’iter di conversione del decreto Salva Roma decaduto, ma che il governo ha deciso di rendere più stringente. Le decisioni finali del tavolo saranno recepite attraverso un decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri. Renzi, insomma, avrà l’ultima parola e potrà dettare «compiti a casa» che il sindaco di Roma, Ignazio Marino, questa volta non potrà rifiutare di fare. Gli ultimi nodi saranno sciolti direttamente nel consiglio dei ministri di oggi.



Ieri per tutta la giornata al provvedimento, o meglio ai provvedimenti, in quanto ci saranno un decreto e un disegno di legge, hanno lavorato gli uffici tecnici del ministero dell’Economia, la cui delegazione è stata guidata dal neo capo di gabinetto di Padoan, Roberto Garofoli affiancato dal suo vice Alessandro Tonetto. Nel decreto, secondo quanto riferito a Il Messaggero da una fonte direttamente coinvolta, potrebbero essere inserite direttamente le risorse finanziarie necessarie a garantire l’equilibrio dei conti del 2014. Probabilmente anche qualcosa in più dei 280 milioni previsti dal vecchio testo per quest’anno. La messa in sicurezza dei conti del 2013, invece, potrebbe essere affidata ad un emendamento che faccia salvi gli effetti prodotti dal precedente decreto.

Il bilancio dello scorso anno, infatti, non sarebbe subito a rischio in quanto si tratta di un rendiconto preventivo. Il dissesto potrebbe essere dichiarato solo con il bilancio consuntivo, dunque ci sarebbe ancora tempo per «sanare» il vuoto che si è creato con la fine prematura del Salva Roma bis. Gli ultimi nodi, comunque, saranno sciolti direttamente nel consiglio dei ministri di questa mattina. Ma la vera novità, come detto, sarà l’obbligo per il Comune, in cambio degli aiuti, di dover contrattare con il governo le misure per il rientro dal deficit. In questo contesto il Tesoro e Palazzo Chigi potrebbero chiedere al Campidoglio di implementare alcune misure come la chiusura o la vendita delle società che non erogano servizi pubblici, la cessione di ulteriori quote delle partecipate, e una seria «spending review» che riguardi anche il personale.



LE MISURE

Del resto si tratta di misure che, a livello nazionale, Renzi ha deciso di adottare facendo proprio il lavoro del commissario straordinario alla spending review Carlo Cottarelli. Che la direzione sia questa lo ha confermato anche Angelo Rughetti, ex direttore generale dell’Anci, l’associazione dei Comuni, e deputato renziano vicinissimo al sottosegretario Graziano Delrio. «La soluzione per Roma arriverà», ha detto, aggiungendo che «vanno fatti partire due treni: il primo è quello del risanamento e del riordino, che vuol dire riduzione dei costi, e riorganizzazione delle aziende partecipate e delle partecipazioni, dall'altro va fatto un progetto di rilancio». La posizione di Rughetti, insomma, sarebbe più vicina a quella del primo testo votato in Senato e che prevedeva vincoli in cambio degli aiuti e che adesso dovrebbe essere recepita nel nuovo provvedimento. Restano ora da capire alcuni passaggi. Il primo sarà quello al Colle, dove sul tavolo di Giorgio Napolitano arriverà un testo con norme che, seppur scritte in maniera differente, è nella sostanza la reiterazione per la terza volta di un provvedimento urgente in favore di Roma. La seconda incognita è il passaggio parlamentare. Per due volte il governo non è riuscito a mandare in porto il testo, anche perché Marino ha provato a chiudere accordi direttamente con grillini e Sel bypassando la maggioranza di governo. Questa volta difficilmente Renzi vorrà correre lo stesso rischio. Il testo sarà blindato all’interno del perimetro dei partiti che sostengono l’esecutivo.
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