Referendum, possibile rinvio e ipotesi spacchettamento

Referendum, possibile rinvio e ipotesi spacchettamento
di Marco Conti
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Venerdì 8 Luglio 2016, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 14:30

ROMA L'idea dello "spacchettamento" del referendum costituzionale è di Riccardo Magi, segretario dei Radicali italiani. Per poter verificare la possibilità di consultare l'elettore su più quesiti, in modo magari da approvare alcune parti della riforma e bocciarne altre, occorre che la corte di Cassazione investa la Corte Costituzionale che dovrà verificarne la fattibilità. I pareri sono discordi e non propendono per la suddivisione del quesito, ma la proposta continua però a farsi largo e ha il merito di concentrare il dibattito più sul merito che sul destino del governo.
Fatto sta che per arrivare alla Consulta occorre che almeno 120 deputati firmino la richiesta da presentare in Corte di Cassazione che poi investirà la corte Costituzionale. I Radicali non sono rappresentati alla Camera dei Deputati.

La proposta è stata fatta propria da Scelta Civica, rilanciata anche oggi dal sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, ma i numeri del partito che fu di Mario Monti non bastano. Occorre il contributo del Pd e delle forze di maggioranza, visto che sembra difficile che possa arrivare, sull'argomento, il contributo del M5S o di Forza Italia. 
Ieri sera, durante l'incontro al Quirinale, Matteo Renzi e Sergio Mattarella hanno discusso anche della data del referendum che dipende molto da quando la Cassazione dará il via libera al governo per fissare, in uno spazio che va da 50 a 70 giorni, la consultazione. Se però la Corte dovesse essere investita dalla richiesta di spacchettare la riforma in più quesiti, i tempi si allungano. Il rischio è che la data cada a fine ottobre, domenica 30, molto a ridosso del ponte dei santi di novembre. Il "vantaggio" per il governo e per il Quirinale sta nella possibilità di varare la legge di stabilità prima della consultazione. Mettere a riparo i conti pubblici, secondo il Colle, consente al Paese di affrontare l'incerto esito referendario con maggiore tranquillità e minor rischi.

Il governo avrebbe invece l'occasione di mostrare, con la legge di stabilità, che la spinta riformatrice non si è esaurita.

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